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Solidarietà per sconfiggere il Covid: chi l’ha fatta e come

Un anno di beneficenza e iniziative per sostenere la lotta contro il Coronavirus.

Tra polemiche e speranze, stiamo lottando per la fine della pandemia di Coronavirus che ha mietuto milioni di vittime nel mondo.

C’è chi dice di voler dimenticare, eppure in tutto il male, la distanza, la paura, la disperazione, l’orrore che abbiamo visto e vissuto, qualcosa da salvare c’è.
Mai prima d’ora avevamo assistito e partecipato a tante iniziative benefiche e  donazioni da parte di enti, privati e aziende.

Facciamo un salto indietro nel tempo: marzo 2020.

All’inizio della pandemia, il Gruppo Armani comunica la conversione di tutti i propri stabilimenti produttivi italiani nella produzione di camici monouso destinati alla protezione individuale degli operatori sanitari impegnati a fronteggiare il coronavirus. Stanzia donazioni a favore della Protezione Civile e degli ospedali Luigi Sacco, San Raffaele, Istituto dei Tumori di Milano, dello Spallanzani di Roma e degli ospedali di Bergamo, Piacenza e Versilia, per complessivi 2 milioni di euro.

È uno dei primi a intraprendere azioni attive di beneficenza e a comunicarlo, affinché scatti un virtuoso circolo di emulazione.

Il suo esempio non rimane isolato.

Lo segue presto Gucci con 2 milioni al sistema sanitario nazionale, 1 a favore della Protezione Civile e 1 a supporto dell’Oms e con la produzione di oltre 100mila mascherine per la Protezione Civile della Regione Toscana e di camici per il personale sanitario.

Molti saranno i marchi e le aziende impegnate nella solidarietà per tutto il tragico anno 2020-2021 in cui il Covid-19 si diffonde, terrorizza e colpisce in tutto il mondo.

Nello stesso settore della moda, Ermenegildo Zegna dona 3 milioni; il gruppo Della Valle
5 milioni di euro per i familiari delle vittime del Covid-19.

I gesti di solidarietà sono di vario genere: se le imprese della moda riconvertono il proprio business per far arrivare agli operatori sanitari e alle categorie più esposte al virus i dispositivi di protezione individuale (DPI), respiratori e disinfettanti, altre hanno reso gratuiti beni di prima necessità (anche i piccoli negozi di alimentari e i fruttivendoli).

Le grandi aziende come Tim, Wind, Fastweb, Cisco, IBM, Amazon, Microsoft, Mondadori, offrono le proprie piattaforme digitali gratuitamente nell’ambito dell’iniziativa Solidarietà Digitale promossa dal governo. Apple conclude il 2020 come anno record per le donazioni.

Decathlon, la catena di negozi di articoli sportivi, decide di donare 10mila delle proprie maschere da snorkeling Easybreath riconvertite in strumenti utili per l’assistenza sanitaria alle Regioni italiane, per tamponare la temporanea assenza dei dispositivi certificati per l’emergenza.

Calzedonia produce camici e mascherine.
Prada, Geox, L’Erbolario, Miroglio, Scervino, Lovable, Bulgari, Ferrari e molte altre aziende scelgono la via della riconversione per dare un aiuto a Regioni e strutture sanitarie.

Famosa l’iniziativa dei Ferragnez, i più mediatici, che hanno invitato i propri follower a fare donazioni all’Ospedale San Raffaele di Milano, raggiungendo il milione di euro e permettendo così l’apertura di un nuovo reparto di terapia intensiva.

Mutti, azienda alimentare famosa per produrre un sugo di pomodoro tra i più amati in Italia, si impegna a garantire la disponibilità del bene primario, il cibo, fondamentale come la salute. Per questo la Mutti aumenta del 25% la retribuzione dei suoi dipendenti, premiandoli perché hanno permesso all’azienda, e al Paese stesso, la continuità produttiva. Anche Mutti interviene con una donazione di 500.000 Euro all’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, per supportare il proprio territorio e l’operato di una struttura d’eccellenza.

Ancora per le strutture sanitarie di Parma (all’Ospedale Maggiore, la Protezione Civile e la Croce Rossa) Barilla ha donato oltre 2 milioni di Euro.

Altre aziende hanno premiato i lavoratori chiamati a garantire la presenza sulle linee produttive. È il caso di Lavazza, che ha introdotto un bonus di 250 euro lordi mensili, o la rete italiana Nestlé che con Sanpellegrino ha garantito il 100% della retribuzione anche a chi riduceva l’orario, oltre a un bonus mensile da 500 euro lordi per chi si recava in fabbrica.

Luxottica integra l’ammortizzatore sociale in modo da assicurare ai dipendenti un pagamento pieno. Anche in questo caso l’accordo di welfare ha previsto un bonus da 500 euro “a chi garantisce i servizi essenziali” e il taglio del 50% del compenso ai manager.

Nella grande distribuzione, il gruppo VeGè stanzia 1,5 milioni per l’emergenza sanitaria in favore di Croce Rossa e realtà locali; Findus 1 milione di euro e Despar 500.000 euro all’Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani; Carrefour 500.000 euro agli ospedali San Paolo e San Carlo di Milano, e poi lancia l’iniziativa “spesa sospesa” per i più bisognosi; P&G dona 10 milioni, Conad 3 milioni.

Coop s’impegna nella consegna a domicilio di alimentari per persone non autosufficienti, traffico dati gratuito e congelamento dei prezzi.

Altre donazioni arrivano da Coca Cola, Consorzio Tutela Grana Padano, F.lli De Cecco, Nastro Azzurro, Pellini, Nonno Nanni, McDonald’s Italia (1 milione), Amadori (2 milioni), Ferrero (10 milioni).
Amazon dona 3 milioni e mezzo; Edison 1 milione e mezzo di Euro per la costruzione del nuovo ospedale a Fiera Milano.

Bonomelli è tra i partner di Casa Buonanotte, un progetto di solidarietà la cui finalità è raccogliere fondi e donazioni da devolvere interamente alla Protezione Civile per l’emergenza Covid: un appuntamento quotidiano per intrattenere i bambini nelle lunghe giornate a casa, dal 14 aprile per 40 giorni, raccontate da 40 personaggi famosi del mondo dello spettacolo, sport e informazione.

Nel settore farmaceutico, il colosso Bayer dona 1 milione, il gruppo Chiesi 3 milioni; Fondazione Angelini dà 1 milione di Euro in beneficenza insieme a 600.000 prodotti disinfettanti, Gsk Italia 1 milione alla Protezione Civile, Msd Italia mette a disposizione tecnologie per la telemedicina del valore di 1 milione e mezzo di euro.
AstraZeneca, prima di produrre il vaccino, dona 2 milioni per l’emergenza.

Altri nomi: Zurich (650.000 euro),  Saes Getters 500.000 euro, Selex Gruppo Commerciale (1 milione); Falck Renewables (500.000 euro); Vodafone 500.000 euro; e ancora, sono impegnate in donazioni le società Stevanato, Brondi, Lg Electronics, Cimbali, , Philips, L’Oreal, AXA Italia, Accenture, Algebris Investments, Alì  S.p.A., Avon, Axitea, Caleffi, Antonio Lupi Design e realtà più piccole come Ceme (elettropompe), il cui sforzo ha portato all’apertura di una postazione completa di terapia intensiva; Farmaé, che ha donato un respiratore polmonare e una sonda, Wolters Kluwer, Canarbino, e Coeclerici.

Tra i grandi donatori, Atlantia, la società di Autostrade per l’Italia e Adr, che dà in beneficenza 5 milioni di Euro per prevenzione e ricerca; Enel 23 milioni, Unipol Assicurazioni (20 milioni); Reale Group (5 milioni); Astm (infrastrutture e autostrade, 3 milioni), Snam (20 milioni), Eni (35 milioni), Benetton (3 milioni); Campari (1 milione); Moncler (10 milioni); De Longhi (3 milioni).

Banca d’Italia ha avviato un programma di contributi straordinari destinati a diverse aree del territorio nazionale stanziando una somma complessiva di 55 milioni di euro.
Altre banche impegnate in donazioni: BCC, Mediolanum, Banca Carige, UBI (5 milioni), Bnl, Credit Agricole (1 milione), Nexi (1 milione), Intesa SanPaolo (100 milioni in totale tra la destinazione ricerca, Protezione Civile e strutture sanitarie).

Tra i privati, hanno destato ammirazione Giuseppe Caprotti (Esselunga) con la donazione di 10 milioni dal suo patrimonio personale; Silvio Berlusconi con 10 milioni e la famiglia Agnelli con altrettanti 10 milioni.

A fine marzo 2020, i detenuti del carcere di Potenza avviano una raccolta fondi per la Protezione Civile e ricordano: “I detenuti fanno parte della società civile, come affermato dal Presidente della Repubblica, e noi con questo piccolo contributo vorremmo far sentire proprio alla società civile la nostra appartenenza”.

Nella primavera del 2020, l’esultanza per il primo uomo di 101 anni che batte l’infezione e viene dimesso dopo una settimana, un riminese nato nel 1919, nel pieno di un’altra tragica pandemia mondiale. Una speranza.

L’iniziativa 25 aprile 2020 #iorestolibera e #iorestolibero ha portato alla raccolta di 440.000 euro a favore dei più bisognosi e oltre 750mila italiani uniti online per partecipare alla prima celebrazione virtuale della Festa della Liberazione, la più grande in 75 anni.

Complessivamente, sono stati donati oltre 800 milioni di Euro (di cui dai singoli cittadini, quasi 200).

Foto di apertura: Samson Katt da Pexels