Jean-Baptiste Grenouille, il protagonista de Il profumo, orfano, assassino e misantropo, medita la creazione di un profumo prodigioso, che costringa l’umanità ad amarlo e idolatrarlo.
A tal scopo, uccide venticinque ragazze e ne estrae l’odore dai corpi; una volta catturato, viene condannato a morte, ma il profumo che indossa è talmente inebriante per chi lo circonda, da farlo scagionare.
Pur senza raggiungere i limiti del crimine e dell’orrore descritti nel romanzo di Patrick Süskind, va detto che il profumo ha un grande potere, perché sfugge al controllo della ragione e arriva ai sensi.
Eppure, il profumo è qualcosa di impalpabile, invisibile e difficile da descrivere.
Il suo nome deriva dal latino per, «attraverso», e fumum, «fumo», e indica una miscela a base di alcool o sostanze oleose, utilizzata fin dall’antichità per dare al corpo un odore gradevole.
Questa miscela, nella cui creazione i profumieri si mettono alla prova per ottenere i migliori risultati ed effetti, comunica con la parte più irrazionale di noi e anzi, a volte la comanda.
Pensate allora a quanto possa essere coinvolgente un profumo al quale è stato dato il nome di Baraonda, del brand Nasomatto di Ottaviano Parfums et Beauté, profumeria artistica made in Italy che conta un catalogo sterminato, oltre 120 marchi diversi.
Baraonda è un estratto profumato unisex, un esperimento olfattivo che ricorda l’atmosfera di un bar del Novecento, odorante di tabacco e distillati, affollato di uomini e donne impegnati in appassionanti quanto interminabili discussioni notturne sulla vita e l’amore, la politica e la filosofia.
Creato nel 2016 dal naso Alessandro Gualtieri, Nasomatto Baraonda è un profumo morbido e legnoso, con note olfattive speziate. Dopo il muschio, si sentono i semi di ambretta, una pianta perenne che si trova comunemente nei prati italiani e ha l’aspetto di un fiorellino rosa o lilla; nella composizione del profumo rappresenta la parte dolce, ma anche selvatica.
Seguono whisky, rosa e note legnose.
Inoltre, una nota importante di Baraonda è l’ambroxan, una molecola odorosa sintetica impiegata come nota di fondo dei profumi e come fissante per le altre note, dall’aroma leggermente marino, caldo e ricco.
L’amboxan, creata inizialmente con l’intento di trovare un’alternativa all’ormai rarissima e sempre più costosa Ambra grigia, venne poi impiegata ampiamente in profumeria grazie alla propria versatilità. Sembra che abbia la facoltà di stimolare il desiderio mettendo in moto la produzione, da parte dell’organismo, di sostanze biochimiche che servono per veicolare messaggi di eccitazione e disponibilità sessuale.
Con una tale composizione, il risultato non poteva che essere un profumo intenso, che oltrepassa la soglia del riconoscimento per raggiungere quella del piacere.
Elegante, sofisticato; eppure indomito, notturno, smisurato, gaudente.
Baraonda è un profumo profondamente maschio, che piace anche alle donne toste. Un profumo che ricorda luoghi di libertà e storie di vita, che scalda nelle giornate fredde, che distingue nella folla.
E dal design sfacciato, contraddistinto da un grande tappo di sughero (composto da diversi tipi, provenienti da Italia e Portogallo) e una scatola su cui i caratteri che formano la parola “Baraonda” sono scritti a chiare lettere, in stampatello e in oro, ma non nel modo regolare, perché alcune lettere fanno un giro su se stesse e si presentano come viste in uno specchio.
Lo specchio della nostra unicità e trasgressione.
Per gli amanti dei libri, una curiosità: la fonte di ispirazione di Baraonda è il libro Mosca-Petuškì di Venedikt Vasil’evič Erofeev, una sorta di poema etilico pubblicato clandestinamente in URSS da uno dei più ammirati e odiati autori russi del Novecento.