Intervista a Noemi: il cambiamento, Sanremo, l’emozione

Noemi è talento, eleganza, sorriso, simpatia, risata contagiosa. Al 72esimo Festival di Sanremo con il brano ‘Ti amo non lo so dire’, ha incantato tutti.

Noemi è talento, eleganza, sorriso, simpatia, risata contagiosa.  In gara al 72esimo Festival di Sanremo con il brano Ti amo non lo so dire, l’artista romana ha incantato tutti, pur non riuscendo a conquistare il podio.

Ma non è importante. Il suo volto è raggiante e l’entusiasmo alle stelle.

“Me la sono proprio goduta” – confessa – “mi sono emozionata tantissimo, l’affetto della gente mi ha travolto, la poesia della canzone ha fatto il resto.  Ho presentato un brano autobiografico con un testo profondo e consapevole, che affronta un dolore personale. Perché la vita è una continua contrapposizione. Da una parte la forza del desiderio di superare le paure per realizzare i propri sogni, dall’altra la fragilità, quella che scopriamo e affrontiamo nel percorso di cambiamento. E poi la sofferenza, che può derivare dalle parole dette o non dette”.

Ti ci ritrovi, nel testo?

“Assolutamente sì. E’ una canzone che porto nel cuore e proprio per questo sono felice di aver avuto la possibilità di presentarla sul palco del Festival. Racconta un altro prezioso tassello di quello che sto vivendo, e confesso di non aver mai fatto prima di oggi un lavoro così importante su di me, utilizzando così tanto la musica. Con questo brano racconto anche  di quanto sia difficile, affrontato il cambiamento, ristabilire il contatto con le propre emozioni e con le persone che ti sono vicine. Una trasformazione implica un forte reset, e durante l’evoluzione, molte volte nascono dei misunderstanding”.

C’è chi ha avuto paura, del tuo cambiamento?

“Certo, le persone più vicine a me perché temevano mi snaturassi. Chi non vive in prima persona certi momenti, la voglia di voltare pagina, non può capire. Cambiare non è un momento facile, si vivono anche momenti di nervosismo e tensione”.

Il pezzo è molto bello e sembra anche molto difficile, da cantare.

“Effettivamente è un po’ complesso. La melodia è molto agile, ci sono tante parole e io non ne voglio “mancare” nemmeno una! (ride; ndr.) E’ bello pensare che possiate rimanerne colpiti a ogni ascolto. Il fraseggio è molto moderno, mi piace tantissimo e mi mette in condizioni di misurarmi con le mie capacità”.

E’ stata la tua settima partecipazione alla kermesse.  A quale sei più legata?

“Alla più recente, quella di Glicine (2020) perché mi ricorda appunto un cambiamento importante, ma anche quello di Sono solo parole (2011), con quel podio tutto femminile!”

Durante lo scorso Festival raccontavi alla stampa non solo della tua metamorfosi esteriore, ma anche di una voglia di maternità.

“E’ vero, ma il sopraggiungere della pandemia ha modificato i piani. In questo periodo storico mettere al mondo un bambino, nel bel mezzo di guerre batteriologiche, fa un po’ paura. Questa cosa mi ha spaventato. Magari la farò più avanti o chissà, magari mai più e mi dedicherò ai figli delle amiche”.

Parli con entusiasmo della tua forma fisica ritrovata. C’è qualche capo che ami particolarmente indossare e che prima non osavi?

“Ah, direi di sì! (ride; ndr.), primo tra tutti il tubino. Ingrassare così tanto evidenziava una chiara perdita di controllo sulla mia vita e il fatto di poter decidere oggi anche la scelta di un abito mi fa sentire più forte. Passa tutto dalla testa ed è fondamentale piacersi e per questo non smetterò ma di ringraziare la mia nutrizionista, la dottoressa Monica Germani”.

Chiudiamo parlando di femminilità: come mai hai scelto per la serata cover ‘(You make me feel like) natural woman’, pezzo inossidabile cantato da Aretha Franklin.

“Amo da sempre il mondo del blues e del soul e l’ho scelta per fare un omaggio alle grandi donne della musica. L’ho interpretata con il cuore in mano e l’emozione è stata pazzesca”.

Articolo di Sonja Annibaldi

Foto di Attilio Cusani