Lo stato delle conoscenze attuali a proposito della malattia di Alzheimer offre, purtroppo, una sola certezza: e cioè che al momento le cause di questa patologia non sono note. Gli esperti, però, affermano che per una eventuale degenerazione cerebrale ci sono diversi fattori di rischio che sarebbe opportuno evitare, come per esempio l’abuso di sostanze alcoliche, il consumo di stupefacenti o un regime alimentare non adeguato. La malattia ha una durata media che può andare da un minimo di 8 anni a un massimo di 14. Tuttavia sono tanti i casi di decesso sopravvenuto a distanza di 15 o addirittura 20 anni dal momento della diagnosi.
La cura dell’Alzheimer
L’approfondimento che spiega come comportarsi con la demenza senile sul blog di AMioAgio è senza dubbio un importante punto di riferimento per tutti coloro che devono prendersi cura di una persona che soffre di questo problema di salute. Dal punto di vista della farmacologia e delle possibilità diagnostiche i progressi compiuti dalla medicina hanno consentito di prolungare la speranza di vita di chi ha una forma di demenza. Tuttavia le persone con questi problemi non sempre sono in grado di esprimere in modo efficace ciò che provano e di spiegare con chiarezza il proprio malessere.
Le placche amiloidi
Una delle papabili cause della malattia deve essere individuata nelle placche amiloidi, che consistono in cumuli di proteine. Gli studi più recenti, a ogni modo, si focalizzano in maniera particolare sul cattivo funzionamento della proteina TAU, che serve a far sparire le sostanze tossiche nei neuroni. Nel caso in cui tali sostanze non siano rimosse, le proteine beta amiloidi hanno la possibilità di rimanere all’interno delle cellule, dando vita ai grovigli neuro fibrillari e causando la loro morte.
La sintomatologia
Il disturbo di memoria è, nelle fasi iniziali, il tipico sintomo della malattia di Alzheimer, che tuttavia causa difficoltà diverse da persona a persona. Nel manifestarsi della patologia, infatti, c’è una variabilità individuale molto significativa, anche se è certo che a mano a mano che la malattia prosegue aumenta il deficit delle capacità cognitive. Per esempio, una tipica compromissione cognitiva è quella che porta a difficoltà nell’esporre a parole ciò che si pensa; ma i malati di Alzheimer possono anche far fatica nel riconoscere le modalità di utilizzo degli oggetti o nel ritrovare la strada per tornare a casa.
La prevenzione della malattia di Alzheimer e la dieta
Non bisogna commettere lo sbaglio di pensare che esistano degli alimenti da soli capaci di contrastare e prevenire la malattia di Alzheimer. Tuttavia vari studi scientifici hanno messo in evidenza che comportamenti salutari a tavola contribuiscono a ridurre il rischio di avere a che fare con malattie croniche o cardiovascolari, demenze vascolari e, appunto, Alzheimer: sarebbe auspicabile, poi, che uno stile di vita benefico per la salute comprendesse anche la socializzazione, una regolare attività motoria e l’attività cognitiva. Tornando al cibo, comunque, ci sono studi secondo i quali il mantenimento del cervello in salute può essere favorito da alcuni alimenti rispetto ad altri: per esempio quelli con un alto contenuto di omega 3, che contribuiscono a rallentare i processi di invecchiamento. Gli esperti, inoltre, suggeriscono di mangiare 3 noci al giorno, anche per accrescere il contenuto di colesterolo buono nel sangue.
La demenza e la malattia di Alzheimer
Spesso si sente parlare di demenza e di malattia di Alzheimer come se si trattasse della stessa cosa, ma in realtà è opportuno operare una distinzione: l’Alzheimer, infatti, è solo una delle demenze note fino ad ora. Esistono, infatti, anche le demenze su base vascolare e quelle miste, in cui l’Alzheimer è affiancato alla demenza vascolare. Meno frequenti, ma non per questo da sottovalutare, sono la demenza da idrocefalo normoteso e quella a Corpi di Lewy. Come si può ben immaginare, poter contare su una diagnosi differenziale è fondamentale non solo per un intervento più preciso a livello farmacologico, ma anche perché una diagnosi chiara consente ai familiari del soggetto malato di sapere a che cosa si potrà andare incontro in futuro.
Come comportarsi
È fondamentale che le persone che si prendono cura di un soggetto con demenza siano in salute sia a livello emotivo che dal punto di vista fisico. I pazienti con demenza devono essere messi nelle condizioni di condurre un’esistenza che assecondi le loro esigenze e di sentirsi parte di un gruppo. La loro dignità deve sempre essere riconosciuta e valorizzata, a dispetto della compromissione delle capacità cognitive. Ovviamente, chi ha l’Alzheimer necessita di più tempo per agire, e soprattutto ha bisogno di serenità e calma intorno. Chi dà assistenza deve essere consapevole delle caratteristiche della malattia e conoscere le capacità su cui non si può fare affidamento, in modo da non mettere il malato in una condizione di frustrazione dovuta al fallimento dei suoi tentativi.
Foto di apertura: Andrea Piacquadio da Pexels