Intervista a Nicoletta Filella: Uno, l’album della maturità

“Vorrei che si comprendesse cosa significhi fare arte, con cuore, passione e sacrificio. Il nostro lavoro è come quello del contadino che, con pazienza e dedizione, ara il proprio campo, lo lavora, lo semina e ne segue giorno dopo giorno la trasformazione difendendolo, dal vento, dalla sete. Io sono consapevole che non avrei potuto fare altrimenti nella vita: questo mestiere è la mia essenza”.

Una donna spontanea, caparbia e limpida. Una perfezionista che scrive per passione rivolgendosi a chiunque, senza la pretesa di poter piacere a tutti, sul palco come nella vita.

Nicoletta Filella si appassiona allo studio del pianoforte suonando lo strumento di casa dove la mamma, incinta di lei, studiava per diplomarsi. Un amore ancestrale per la musica, cominciato quando Nicoletta era ancora nel grembo materno. Un’eccellente pianista con un amore incondizionato per Bach o Debussy, ma anche una musicista sorprendente, che ha saputo viaggiare trasversalmente attraverso il jazz, lo swing, il rock, la musica balcanica, interpretandola a modo suo.

In luglio, nel giorno del suo compleanno si è regalata Prélude, singolo che ha anticipato Uno, il nuovo disco con il quale Nicoletta afferma la sua natura di pianista classica, compositrice e cantautrice.

Uno è l’album della maturità. Cosa significa per te?

Uno l’ho scritto tra il 2018 e il 2019, con tutta l’attenzione e l’introspezione di cui avevo bisogno. Una ‘lentezza’ dettata sicuramente da una nuova consapevolezza, che mi piace pensare possa coincidere con la maturità artistica che oggi credo di avere. In questo disco ho messo da parte le parole per lasciare la musica, unica protagonista. Sancisce la mia libertà di essere pianista con una preparazione e un grande amore per i classici, ma anche compositrice e cantautrice. Non amo etichettare la mia musica che esprime quello che sento, senza costrizioni”.

Nel cd c’è anche un brano che hai scritto nello scorso novembre, ispirato alla figura del Maestro Ennio Morricone, ma al tempo stesso parla di te. Ce ne vuoi parlare?

“Onirico racconta del mio mondo immaginario: sono una sognatrice, che trova nei sogni la chiave per superare tutte le difficoltà. È un modo per sollevarmi da terra e guardare tutto da un punto di vista diverso. Proprio grazie ai sogni, costruisco progetti per i quali so essere concreta e determinata. Potrebbe sembrare un controsenso, eppure è grazie al mio mondo immaginario che perseguo con ogni parte di me i miei obiettivi, facendoli diventare realtà. Ho composto Onirico pensando, in tempi non sospetti, al grande M° Morricone e in particolar modo alla musica da film che m’ispira tantissimo e che mi piacerebbe comporre”.

È proprio il tuo sogno nel cassetto!

“Sì, la amo molto e  in questo momento ho proprio voglia di girare piccoli video, per cui scrivere musica. In Uno ho scelto di comporre senza parole, ora vorrei provare a ‘vestire’ di immagini ogni brano. Non riesco a fermarmi, sono irrequieta, ho voglia di sperimentare e viaggiare, voglio girare cortometraggi, per dare voce alle mie composizioni. Musica, immagine e arte sono il mio mondo”.

Come immagini il tuo futuro?

“Immerso nell’arte, mia e altrui, per me linfa vitale. Ho imparato a suonare il pianoforte dove mia madre ha studiato per diplomarsi e la mia vita è stata condizionata completamente da questa passione, che non mi ha lasciato scampo! (ride; ndr). Penso a quando ero adolescente, forse avrei desiderato sentirmi più ‘leggera’ e vivere con spensieratezza la mia età, ma lo studio, la voglia di imparare, di conoscere la musica mi assorbiva completamente. Vivo per la musica e se potessi esprimere un desiderio, vorrei una famiglia numerosa con la stessa passione”.

Immagino tu stia scalpitando all’idea di ritornare a suonare dal vivo…

“ Sì, ho una gran voglia di tornare sul palco. Quando poso le mani sul pianoforte, è pura adrenalina e niente mi può fermare. Non vedo l’ora di suonare Uno visto che è stato pubblicato da pochissimo e non ho ancora avuto modo di condividerlo col pubblico, ritrovando quella dimensione che so essere mia. È sempre difficile spiegare a parole, cosa si provi ma per chi fa musica, o spettacolo in genere, è irrinunciabile”.

Ci vediamo in autunno quindi, e le sorprese saranno tante!

Sonja Annibaldi

 

Photo Credit: Dorothy Bhawl, grafica Bruce Stevens