Entrato nelle sale italiane il 19 settembre, C’era una volta a… Hollywood di Quentin Tarantino ha già incassato oltre 5 milioni di Euro ed è stato visto da più di 700mila spettatori. Programmato a tappeto in oltre 1000 sale, negli Stati Uniti, dove è uscito a fine luglio, ha incassato 138 milioni di dollari e ha superato i 344 milioni nel mondo.
Provate a chiedere in giro, quanti l’hanno visto. Dalla nostra personale indagine, dopo solo il primo weekend di programmazione, risulta il 30% tra colleghi, amici e conoscenti.
Per chi invece non l’avesse ancora visto, il nono film di Tarantino, come si desume dal titolo, è ambientato a Hollywood, Los Angeles, in un passato (C’era una volta…) non troppo lontano, ma neanche così vicino come siamo abituati a immaginarlo, perché si tratta ormai di 50 anni fa.
Nel 1969 prende dunque vita la vicenda di Rick Dalton (Leonardo DiCaprio) e Cliff Booth (Brad Pitt), amici legati da un rapporto professionale, in quanto il secondo è lo stuntman e il tuttofare del primo.
Dalton è un attore con un’avviata carriera nei film western (il genere tanto amato da Tarantino) che vive in una lussuosa villa a Hollywood ed è spaventato all’idea di veder finire la sua carriera.
Cliff, sul cui nome aleggia il sospetto di aver ucciso la moglie, vive in una roulotte con un pitbull che lui tratta amorevolmente come un cucciolo. Non è ambizioso come Rick e questo lo rende meno fragile, ma è un vero amico, o almeno, come ripete nel film, “ci prova”.

A malincuore Rick Dalton, su suggerimento del produttore Marvin Schwarzs (Al Pacino) accetta di partire per l’Italia, dove gira in sei mesi, acclamato più che in patria, i tanto disprezzati “spaghetti western”, dopo di che torna a Los Angeles con una bella moglie italiana e si prepara a dire addio al suo amico di sempre con una serata imbevuta di whiskey.
Intorno ai due protagonisti, i set e le feste di Hollywood, i figli dei fiori e le loro comuni, Bruce Lee e Steve McQueen, Roman Polanski e Sharon Tate (interpretata da una deliziosa Margot Robbie).
Contribuiscono a rendere l’atmosfera dell’epoca anche decine di film e programmi televisivi realmente esistiti, menzionati o mostrati, e altri, come quelli italiani, di pura fantasia.
Nella pellicola compare anche l’inquietante Charles Manson (interpretato da Dam Herriman), con i suoi adepti.
Se non vi bastano le immancabili scene pulp di sangue e pugni, ma volete capire le intenzioni del film, il messaggio di Tarantino, allora è bene che andiate a rileggervi la terribile vicenda legata a questo nome di cui fu vittima la povera Sharon Tate.
Come d’abitudine, nella nostra recensione al quadrato citiamo gli articoli che ci hanno aiutato a mettere a fuoco l’opera, o dei quali semplicemente condividiamo la visione:
Il titolo
“È ovviamente un riferimento ai C’era una volta (“il West” e “in America“) di Sergio Leone. Prima di vedere il film, però, molti si sono chiesti perché diavolo un regista come Tarantino avesse scelto di mettere tre puntini di sospensione, come il più scarso dei titolisti. Un’ipotesi è che mentre i “c’era una volta” di Leone volevano spiegare da subito che i film raccontavano storie in contesti che ormai non esistevano più, il “c’era una volta” di Tarantino serva per raccontare una favola”.
(Il Post)
I protagonisti
“La forza dell’interpretazione della coppia DiCaprio-Pitt buca lo schermo, rafforzando la potenza sottesa all’alacre sceneggiatura di Tarantino”.
(Radio Eco)
L’ambiente
“La macchina da presa infila, come il documentario del debutto, le quinte dell’industria dei sogni con Leonardo DiCaprio che assume su di sé l’afflizione degli attori che conoscono la gloria per preparare meglio il proprio tramonto, Brad Pitt che gioca sfacciato e disinvolto le ombre del cinema e Margot Robbie che risorge Sharon Tate dalla finzione per allacciare il film alla realtà storica”.
(Postmodernissimo)
La memoria
“A cinquant’anni dal giorno in cui la follia omicida sconvolse Bel Air, Sharon Tate torna a vivere. E lo fa volando leggera su un sogno americano spezzato”.
(Huffington Post)
Un film potente e catartico, ironico e colto, che Tarantino dona al suo pubblico insieme alla speranza che il cinema possa, se non salvare, almeno consolare il mondo.
Qui sopra: la locandina del film.
Foto di apertura: Brad Pitt e Leonardo DiCaprio a un evento per la presentazione del film. Fonte: IMDb