Presentato alla Universal Music Italia a Milano, il primo album di Joe Bastianich, noto imprenditore e personaggio televisivo, è disponibile a partire da questo venerdì, 20 settembre.
Joe Bastianich è gentile, brillante e alla conferenza stampa risponde alle domande con quel pizzico di autoironia che contraddistingue le persone molto intelligenti.
Con il suo album AKA Joe è tornato alla sua prima passione, la musica, quando a 13 anni suonava con i suoi amici in un garage a New York.
Però, i garage americani! Ce n’è di gente che ha cominciato lì. Mi viene in mente anche un certo Steve Jobs, che fondò la sua società proprio nel garage dei suoi genitori per lavorare al suo primo computer, l’Apple I, e trent’anni dopo lanciò il software per creare musica GarageBand.

La musica ha fatto parte della vita di Joe Bastianich fin dall’infanzia. Insieme al cibo, è stata ciò che ha mantenuto vivo il legame con l’Italia nella sua famiglia, dopo aver affrontato l’emigrazione, con altre 600.000 persone che dopo la seconda guerra mondiale dovettero lasciare la propria terra contribuendo a quel fenomeno che fu detto “esodo istriano”.
Se volete conoscere Joe Bastianich, ascoltate il suo disco. Autore di tutti i 12 brani, con ognuno di essi racconta un segmento temporale: nella sua espressione musicale la cifra narrativa è il suo punto di forza.
Questo è il Bastianisch più intimo, in contrasto al personaggio televisivo, un Joe (o “Giuseppino”, come lo chiamava amorevolmente la nonna friulana) senza filtri, con la sua visione del mondo. Che racconta se stesso, giovanissimo ai tempi della prima band (Joe Played Guitar), quando fu proprio la musica il mezzo, come figlio di immigrati italiani, per essere accettato; racconta l’amore (Burn Like The Sun, Prey On Pain); la rabbia per l’uccisione insensata di 20 bambini durante una sparatoria in una scuola americana (Twenty Snowflakes); l’odio nei confronti della guerra (War Cry); il suo legame con la nonna, oggi 97nne. Proprio a lei è dedicata una canzone bellissima, quasi una lullaby (Nonna (97 Years)), una ninna nanna dove il nipote restituisce la dolcezza che questa donna forte e buona ha saputo donargli, credendo in lui sempre – anche regalandogli la prima chitarra.
“La musica per me rappresenta l’espressione più pura, l’emozione più vicina al cuore”, dichiara Joe Bastianich.
Un album complesso, che è italiano e americano al tempo stesso, con le note che viaggiano nel country, nel rock e nel blues d’oltreoceano ma che sono intrecciate indissolubilmente al racconto della storia di una famiglia, e di un uomo, profondamente, tenacemente italiani.
È così che ascoltando Joe che suona la chitarra, potrà capitarvi di sentirvi liberi come su una strada che attraversa gli Stati Uniti d’America, ma lo state facendo al volante di una stilosa macchina made in Italy.
Il tour è previsto nel 2020, preceduto da alcune date tra dicembre e gennaio.
Foto di apertura di Sonja Annibaldi