È stata presentata a Milano nella meravigliosa location dello storico ristorante Boeucc nel cuore della città, la quarantatreesima Guida ai Locali storici d’Italia.
Un appuntamento importante che si è valso della presenza di Gian Marco Centinaio, Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, Enrico Magenes, Presidente Associazione Locali storici d’Italia, Vanna Chessa, Segretario Generale Associazione Locali storici d’Italia, Gabriele Conta, Curatore Guida ai Locali storici d’Italia e Magda Antonioli, Prof.ssa Dipartimento di Analisi delle Politiche e Management Pubblico dell’Università Bocconi e Direttore di UN- WTO Courses on Tourism Policy and Strategy.
È un viaggio nell’Italia più bella, quella raccontata dalla Guida Locali storici d’Italia, ma anche in quella meglio frequentata.
Più stilosa, insomma, quella che piace a noi!
Nel volume, gratuito e da quest’anno disponibile anche in formato app con tanto di geolocalizzazione, sono segnalate ben 215 strutture della nostra penisola che vantano almeno un aneddoto da raccontare, muri preziosi di location che hanno ospitato personaggi famosi della storia, dell’arte, della politica e del jet-set internazionale.
Tra caffè, pasticcerie, confetterie, ristoranti, e piccoli o grandi hotel, l’associazione locali storici italiani ha voluto così ricostruire nel volume le soste degli clienti più illustri.
Si va dal Ristorante Albergaccio a Sant’Andrea in Percussina (Firenze), dove, tra una partita a carte con l’oste e il mugnaio, Niccolò Machiavelli scrisse Il Principe, fino ad arrivare al tavolino fisso di Giorgio de Chirico, al Caffè Greco di Roma dove il pittore sedeva puntuale per l’aperitivo, ma con i soldi della moglie e diversi lapis in tasca con cui realizzava veloci disegni per clienti e camerieri.
Letteratura, pittura e ovviamente cinema a partire dalla divina Greta Garbo e dal suo amato Grand Hotel Tremezzo, dal lei frequentato negli anni ’30 e citato anche nel film Grand Hotel del 1932.
E ancora Richard Wagner che dal 1879 al 1883 frequentò il Caffè Lavena a Venezia meditando e scrivendo; Giosuè Carducci all’Albergo alla Posta di Caprile (Belluno) dove nel 1886 terminò la celebre poesia Davanti a San Guido o Luigi Pirandello che verso la fine degli anni Venti amava trattenersi nella terrazza marittima dell’Hotel Vittoria di Pesaro.
Dai Nobel a un Pulitzer: Ernest Hemingway è tra i più ricordati nei locali storici del Paese. A Milano, al Bar Jamaica; a Verona, al Ristorante 12 Apostoli assieme ad Arnoldo Mondadori, a Recco (Genova) dove gustò salame e focaccia al formaggio insieme a Ezra Pound, incidendo il proprio nome, ancora visibile, al Ristorante Manuelina. Oppure a Cuneo, quando si presentò al banco del Caffè Pasticceria Arione per comprare due chili di cuneesi al rhum, da portare alla moglie in vacanza a Nizza!
I vini non erano ancora Doc quando Giuseppe Verdi si presentava al Negozio Sperlari di Cremona per ordinare dolci e bottiglie di pregio.
E poi i grandi Totò ed Eduardo De Filippo. Il primo era così affezionato al Ristorante di Napoli La Bersagliera (come veniva chiamata la proprietaria), che si fece riprendere in un filmato diffuso dal cinegiornale mentre gustava spaghetti e spigola con un bicchiere di vino. Il secondo per anni mangiò invece al tavolo 19 del Ristorante napoletano Umberto e spesso, quando recitava nel vicino teatro, chiedeva il pasto da asporto in scena.
Per chiudere con arte e cinema ricordiamo le risse tra i futuristi Marinetti e Soffici a Firenze al Gran Caffè Giubbe Rosse, e con Franco Zeffirelli e Richard Burton accompagnato da Elizabeth Taylor.
Avreste mai immaginato, delle chicche simili?
I locali storici del nostro bel paese hanno in media 180 anni di storia.
«Sono centinaia gli aneddoti».- ha sottolineato il Presidente dell’Associazione Locali storici, Enrico Magenes, «storie che partendo da cibo, bellezza e ospitalità italiana incrociano in modo trasversale quelle del Paese: dal dominio straniero all’Unità d’Italia al boom, dalla commedia dell’arte, al futurismo, al neorealismo».
«L’Italia è storia, cultura ed enogastronomia», ha precisato il Ministro Gian Marco Centinaio. «L’obiettivo che dobbiamo avere è offrire servizi ed esperienze di viaggio veramente uniche. Chi viene in Italia vuole vivere un’esperienza turistica diversa, rispetto alla vita che fa nel proprio paese. I locali storici devono diventare i nostri ambasciatori per questo tipo di turismo, e lo devono diventare anche per gli italiani per permettere ai nostri connazionali, quando girano l’Italia o quando visitano e vivono la propria città, di poter andare in posti che li rendano orgogliosi del luogo dove vivono o dove stanno trascorrendo la vacanza. Significa essere orgogliosi della propria storia, delle tradizioni e di chi ci ha lasciato tutto questo».
Sonja Annibaldi
Immagine in apertura: Ristorante Boeucc di Milano