Non è mai stata fissata una data per la Festa della mamma, né esiste un unico giorno dell’anno in grado di accomunare tutti i paesi che celebrano la figura della madre: in Italia è la seconda domenica del mese di maggio, perciò cambia ogni anno mettendo a dura prova la memoria di figli e mariti.
Quello di mamma è un compito duro, un “mestiere” a forte concentrazione di emozioni, delusioni e sfuggite di mano, perciò un regalo che comunichi la nostra comprensione e il nostro amore non potrà che farle piacere.
Ma non bisogna dimenticare che la festa nacque come giornata dedicata all’intimità familiare e che persino Anna Jarvis, l’attivista americana che promosse la ricorrenza, finì per osteggiarla, delusa dalla sua deriva consumistica. Non voleva che la festa che ognuno avrebbe dovuto dedicare alla propria madre diventasse un’occasione per vendere fiori e biglietti d’auguri. Una volta fece irruzione in una sala in cui le donne dell’American War Mothers stavano vendendo garofani per raccogliere fondi per la propria associazione e venne arrestata per disturbo della quiete pubblica.
La festa diventa anche occasione per ricordare le mamme più famose della storia.
Sono mamme che non si sono adeguate al ruolo definito dagli schemi sociali, diventando scienziate, scrittrici, regine, attiviste, donne di potere e combattenti. Queste donne hanno scritto pagine importanti della storia dell’umanità, hanno cambiato e migliorato il mondo.
Anche se, in fondo, ogni mamma a suo modo ha cambiato il mondo. Almeno, il proprio e quello del suo bambino.
EVA
La prima mamma da citare non può che essere che lei, Eva, agli esordi della storia e della religione, madre di due figli di cui uno fratricida.
Una storia antifemminista, per la verità, perché a darle credito, la donna fu la causa della cacciata dell’uomo dal paradiso terrestre e la sua rovina. Insomma, non un grande successo, né come moglie, né come madre.
Eppure, da un altro punto di vista Eva fu la prima donna che reclamò la parità di coppia. Scelse, sbagliò, pagò, proprio come il suo uomo.
SAFFO (630-570 a.C.)
La poetessa greca Saffo ebbe una figlia, Cleide. Poiché scrisse liriche che alludono a rapporti omosessuali con le sue allieve, Saffo viene considerata la più antica portavoce dell’amore lesbico, anche se un’altra leggenda che aleggia intorno alla sua figura riferisce che Saffo si tolse la vita a causa dell’amore non corrisposto per il giovane Faone.
CLEOPATRA (70-30 a.C)
Una mamma che sapeva il fatto suo era la mitica Cleopatra, la più desiderabile tra le regine.
La sovrana egizia, che regnò dall’età di 18 anni fino alla sua morte, avvenuta a soli 40, fu uno dei nemici più temuti di Roma, anche perché dove non riuscivano il suo esercito, la flotta potente e le risorse economiche, vinceva il suo fascino con il quale seduceva i grandi condottieri.
Divenne madre di Cesarione (figlio di Cesare) e convinse il suo popolo di essere la rincarnazione di Iside, dea egizia della maternità, fertilità e magia. Quando si dice “sapersi vendere”.
ANNA BOLENA (1507-1536)
Oltre a essere la seconda moglie di Enrico VIII, fu madre di prole illustre, perché da lei nacque Elisabetta I d’Inghilterra, la prima Elisabetta dell’attuale dinastia regnante, che ha trovato con Elisabetta II la monarca più longeva tra tutte le regine inglesi.
Anna invece non poté godersi a lungo il trono, visto che il marito la fece decapitare dopo soli tre anni di matrimonio per andare a nozze, di lì a qualche giorno, con la sua terza moglie.
FRANCESCA LA GAMBA (1768-?)
Nata in Calabria nel 1768, di Francesca La Gamba si persero le tracce dopo il compimento della sua vendetta, per cui non è nota la data della morte.
La coraggiosa Francesca era una bellezza dal carattere molto esuberante, tanto da attirare le attenzioni di un ufficiale dell’esercito nemico che faceva occupazione in Sud Italia.
L’uomo tentò di sedurla, ma poiché Francesca lo respinse, il militare si vendicò facendo fucilare i due figli maschi della donna, ancora adolescenti, accusandoli di un reato che aveva appositamente architettato per incastrarli.
Francesca, pazza di dolore, smise gli abiti femminili e si unì a una banda di briganti che operava nella zona. In breve tempo ne diventò il capo riconosciuto, tanto che i francesi si misero al suo inseguimento, fino a quando un loro drappello cadde in un’imboscata e diversi soldati furono fatti prigionieri.
Non accade spesso, ma qualche volta la sorte chiude il cerchio. Tra loro, c’era proprio l’odiato ufficiale.
Con una coltellata Francesca lo scannò, gli strappò il cuore e lo divorò ancora palpitante.
CALAMITY JANE (1852-1903)
Una versione americana di Francesca è probabilmente la più famosa Calamity Jane, la prima donna pistolero del selvaggio West.
Dedita all’alcol e al gioco d’azzardo, non corrispondeva esattamente alla visione puritana dell’universo femminile dell’epoca, che assegnava alla donna il solo ruolo di far da mangiare e crescere i figli, occuparsi della casa e lavorare i campi.
Jane era una madre, tant’è che si conservano negli archivi le affettuose lettere alla figlia in cui le rivelava chi era suo padre.
Di Calamity Jane si conservano belle foto in bianco e nero, dove è ritratta in abiti da uomo, mentre prepara la colazione fumando un sigaro, o col boccale in mano nell’atto di brindare.
EMMELINE PANKHURST (1858-1928)
Guidò il movimento delle suffragette femministe del Regno Unito, con lo scopo di ottenere il diritto di voto per le donne. Sposò appena maggiorenne un uomo di 25 anni più anziano, ma con il quale condivideva la visione del suffragio universale, e dal quale ebbe cinque figli. Dopo la morte del marito, fondò l’Unione Sociale e Politica delle Donne. Poiché l’associazione adottò mezzi sempre più “attivi” (“azioni, non parole”, diceva la volitiva Punkhurst), come l’aggressione di funzionari pubblici, frantumazione di finestre e incendi, spesso la donna finì in carcere, insieme alle sue figlie, “attive” quanto lei.
Alla fine, nel 1918, le donne in Inghilterra ottennero il diritto di voto. Per la cronaca, in Italia abbiamo dovuto aspettare il 1946.
MARY SHELLEY (1797-1851)
Fu una mamma vedova a scrivere un romanzo la cui storia attraversò i secoli e creò un mostro leggendario che non ha mai abbandonato il nostro immaginario: Frankenstein.
Mary era stata amante, compagna nella fuga all’estero e infine sposa in seconde nozze del poeta e filosofo inglese Percy Bysshe Shelley.
Dopo la morte del marito, di cui curò le edizioni postume delle poesie, si dedicò completamente alla scrittura, proprio per mantenere il figlio.
MARIE CURIE (1867-1934)
Fu la prima insegnante donna dell’Università Sorbona di Parigi, premio Nobel per la fisica per i suoi studi sulle radiazioni e premio Nobel per la chimica per la scoperta degli elementi radio e polonio.
La figlia maggiore, Irène Joliot-Curie, vinse anche lei un premio Nobel per la chimica, mentre la secondogenita Ève Denise fu consigliere speciale del Segretariato delle Nazioni Unite e ambasciatrice dell’UNICEF.
Una bella genia, non c’è che dire.
JOSEPHINE BAKER (1906-1975)
Cantante e danzatrice di origine meticcia e afroamericana, fu la prima star di colore e tra le più acclamate ballerine di Parigi.
Nel 1947 sposò il direttore d’orchestra Jo Bouillon: insieme acquistarono un castello, dove accolsero 12 bambini adottati, provenienti da tutto il mondo, che Josephine chiamò “la mia tribù arcobaleno”.
MARGARET THATCHER (1925-2013)
La prima donna a ricoprire il ruolo di primo ministro britannico, Margaret Thatcher, nota negli anni Ottanta come “Lady di ferro”, fu madre di due gemelli, Mark e Carol.
Diventata premier vincendo le elezioni del 1979, affrontò la recessione e condusse la Guerra delle Falkland.
Fu una figura controversa, tant’è vero che scampò per miracolo a un attentato.
Nel film The Iron Lady interpretato da Meryl Streep, che era tra l’altro l’attrice preferita di Margaret e la incontrò di persona, il rapporto con i figli non sembra sia stato idilliaco, tanto che morì sola nella suite dell’Hotel Ritz a Londra.
DIANA SPENCER (1961-1997)
Conosciuta anche come Lady D, la principessa Diana era la moglie di Carlo d’Inghilterra e la madre di William e Harry.
Figlia dei visconti Spencer, apparteneva a una delle famiglie più importanti del Regno Unito.
La sua maternità non le impedì di diventare la principessa del popolo, madrina di numerosi enti di beneficenza che lavoravano con i senzatetto, i tossicodipendenti, gli anziani e gli animali. Si impegnò in missioni umanitarie a favore dei bisognosi, dalla lotta all’AIDS nei paesi in via di sviluppo alle mine anti-uomo.
Leggi anche: Diario (tragicomico) di una mamma: una storia di maternità e di amicizia tra donne
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