Esistono musei in Italia da vedere almeno una volta nella vita, come si suol dire.
Devi averli visti per forza, una volta ma anche di più, soprattutto se sei italiano, ma anche se sei stato in Italia come turista, se sei un Italy lover.
Sono i musei classici d’Italia, musei per eccellenza: si trovano nelle principali città, raccontano la nostra gloriosa storia e contengono irraggiungibili, eterne espressioni d’arte e d’umanità. Per il clima favorevole, perché sono aperti fino a tardi, perché al loro interno vengono inserite manifestazioni speciali, d’estate si apprezzano ancora di più.
Il Colosseo a Roma
Il più grande anfiteatro del mondo, da duemila anni simbolo di Roma, fu inaugurato nell’80 d.C.
All’epoca, per l’occasione, si organizzarono giochi, gare e spettacoli che durarono 100 giorni. Gli eventi all’interno del Colosseo potevano essere di vario tipo: la lotta di un animale contro un altro animale, di un uomo contro un animale o di uomo contro uomo, ma anche altre manifestazioni pubbliche, come spettacoli di caccia, rievocazioni storiche di battaglie e drammi basati sulla mitologia classica.
Inserito dal 1980 nella lista UNESCO dei Patrimoni dell’Umanità, il Colosseo ha acquisito questo nome a partire dal Medioevo, probabilmente per indicare la sua mole “colossale”.
Al Colosseo, com’è noto, è legata la figura del gladiatore: spesso si trattava di condannati, schiavi o prigionieri di guerra, ma erano considerati merce di valore perché il loro allenamento e l’innata bravura potevano garantire un intrattenimento di qualità. Per questo venivano ben nutriti (pare che fossero vegetariani) e la gara tra un gladiatore e uno schiavo spesso metteva in palio la libertà per quest’ultimo.
Il Colosseo poteva ospitare un numero di spettatori stimato tra i 50.000 e i 75.000, distribuiti più o meno come oggi nelle arene dei concerti (anche se non si pagava il biglietto): i poveri e le donne nei livelli più lontani, i ricchi davanti a godersi l’azione.
La più imponente competizione della storia tenuta all’interno del Colosseo si svolse nel 107 d.C. per volere dell’imperatore Traiano come celebrazione della conquista e annessione della Dacia (comprendeva i territori dell’attuale Romania e includeva parte della Bulgaria e dell’Ungheria) all’Impero Romano. Lo spettacolo mise in gioco 5000 coppie di gladiatori, tra l’eccitazione generale e cori da stadio come il popolare “habet, hoc habet” (se l’è meritato!).
Oggi l’immenso anfiteatro accoglie migliaia di visitatori, ma è consigliabile comprare i biglietti in anticipo per evitare la fila. Su alcuni siti specializzati è anche possibile acquistare biglietti salta-coda, visite guidate e ingressi speciali con accesso privilegiato all’ipogeo o ai livelli più alti.
Firenze, Galleria degli Uffizi
Uffizi si scrive con due f e una z, ma anche se lo scrivi sbagliato, su internet lo trovi lo stesso.
Perché gli Uffizi sono il più importante museo di Firenze e uno dei più visitati e ammirati in tutto il mondo (circa due milioni di visitatori all’anno), che ospita la più considerevole collezione di dipinti italiani e capolavori del Rinascimento.
Costruita nella seconda metà del Cinquecento da Giorgio Vasari per ordine di Cosimo I de Medici, Granduca di Toscana, la Galleria degli Uffizi costituisce una delle più antiche e famose collezioni d’arte del mondo, nonché una delle più visitate, già da 250 anni aperta al pubblico perché diventata nel 1769, in grande anticipo sui tempi, un museo.
Attualmente la Galleria degli Uffizi è composta da 50 stanze che ospitano dipinti che vanno dal XIII al XVIII secolo. Vi sono contenute le opere dei più famosi artisti della storia dell’arte, disposti in rigoroso ordine cronologico: da Giotto a Paolo Uccello, da Piero della Francesca a Botticelli, Leonardo da Vinci, Michelangelo, Raffaello, Tiziano e Caravaggio.
A pochi passi dalla Galleria degli Uffizi si trova Piazza della Signoria col famoso Palazzo, Ponte Vecchio con le sue case sospese e i negozi, e Palazzo Pitti.
D’estate le Gallerie degli Uffizi sono aperte fino alle 22.00, tutti i giorni tranne il lunedì: un motivo in più per visitarle in questa stagione.
Inoltre per tutta l’estate, fino al 25 settembre 2018, animerà gli spazi della galleria Uffizi Live, la rassegna di spettacoli dal vivo che mette in scena un ricco programma di performance concepite in dialogo con le opere d’arte contenute nel museo, alla ricerca di nuove visioni in grado di arricchire in maniera originale la fruizione dei tesori degli Uffizi, con una vocazione internazionale e varietà di genere che darà spazio ad artisti provenienti non solo dalla nostra Penisola, ma da Francia, Slovenia, Burkina Faso, Cina e Russia.
Il Cenacolo a Milano
L’Ultima Cena, conosciuta anche come Il Cenacolo Vinciano, fu commissionata dal Duca Ludovico Sforza di Milano, che aveva adottato Santa Maria delle Grazie come chiesa di corte e desiderava decorarla in modo che riflettesse la sua ricchezza e il suo potere.
Scelse così di affidare l’incarico a un artista già noto e all’apice della carriera.
Leonardo iniziò l’opera nel 1495 e la completò tre anni dopo, realizzando un’immagine di oltre 4 metri per 8. Leonardo creò illusioni di prospettiva sublimi e, nonostante il soggetto fosse già comune nelle chiese, la genialità dell’artista fu quella di riprodurre un senso di dramma e movimento, ritraendo il momento esatto in cui Gesù annuncia che uno dei suoi discepoli lo tradirà. I personaggi, disposti su una linea orizzontale perché ognuno di loro possa ricevere la dovuta attenzione da parte del pubblico, hanno reazioni d’indignazione e d’allarme; i volti ritratti nel dipinto sono basati su persone reali note all’artista, tra i quali c’è anche quello di Leonardo.
Come il capolavoro di Leonardo sia sopravvissuto al tempo è incredibile, quasi quanto la sua visione. Il dipinto venne “restaurato” già nel 1726, con un’applicazione sconsiderata di solventi caustici e vernice trasparente. Nel 1770, gran parte dell’originale fu ridipinto a olio, mentre l’opera era stata in realtà creata con la tempera. Successivamente si provò a staccare il dipinto dal muro, fallendo e poi incollando i frammenti di pittura alla base. Durante la seconda guerra mondiale, una bomba quasi distrusse il luogo che custodiva il Cenacolo, ma il dipinto fu successivamente ripulito dalla muffa e tornò alla luce nel 1947.
Nel 1977, finalmente, prese il via il progetto di restauro più impegnativo e delicato della storia dell’Ultima Cena, un’operazione che sarebbe durata più di un ventennio.
Grazie a scienziati, critici d’arte e restauratori di tutto il mondo, si è potuta riscoprire l’originalità del dipinto che era stata manomessa dai tanti ritocchi non conformi alle caratteristiche dell’opera vinciana.
Oggi Il Cenacolo è preservato attraverso la sua collocazione in un ambiente monitorato con un sistema di filtraggio dell’aria per l’eliminazione della polvere.
Per mantenere intatto il capolavoro di Leonardo da Vinci, l’accesso al Cenacolo Vinciano è permesso solo a piccoli gruppi di 25 persone alla volta e soltanto per quindici minuti a gruppo. Dopo, c’è Milano da bere e da scoprire, all’aperto sotto il cielo azzurro dell’estate.
Nota bene: per visitare il Cenacolo Vinciano è obbligatoria la prenotazione.
La Torre Pendente di Pisa
A differenza di una credenza popolare, nata forse per rassicurare i non esperti in materia, la Torre di Pisa non è volutamente inclinata. Pende perché fu costruita su un suolo argilloso e poroso, poco adatto a sostenere un massiccio campanile di 56 metri.
Costruita nel 1173, la Torre di Pisa iniziò immediatamente a pendere.
Cento anni dopo fu tentata la costruzione di piani pavimentali diagonali, al fine di compensare la pendenza, ma l’espediente non funzionò. Dopo altri cento anni, nel 1373, la Torre pendeva di 1,4 metri; nel 1993 erano già 5,4 metri e la Torre fu chiusa per dieci anni, per paura che potesse schiantarsi al suolo.
Nel 2013, iniziò a pendere leggermente verso la direzione opposta.
Non è stato per caso né per fortuna: imponenti lavori di ingegneria, volti a drenare l’acqua al di sotto della Torre, rinforzare le fondamenta con piloni di cemento e fasciare la Torre con cavi d’acciaio, l’hanno riportata all’angolo d’inclinazione di 300 anni fa.
Alcuni esperti sostengono oggi che sia possibile raddrizzare completamente la Torre, ma nessuno lo desidera veramente: ogni anno, per entrare nella torre pendente più famosa del mondo, vengono venduti 3 milioni di biglietti.
La Torre Pendente fa parte di un complesso molto più grande, dove si trovano anche il Duomo, il Battistero, famoso per la sua acuistica, e il Cimitero Monumentale, tutti edifici in stile romanico pisano.
Per raggiungere la cima inclinata della Torre di Pisa, si salgono 294 scalini.
Ma la fatica sarà ricompensata dalla vista della bellissima Piazza dei Miracoli con i suoi meravigliosi monumenti.
Gli scavi di Pompei
A seppellire Pompei nel 79 d.C. fu una violenta eruzione del Vesuvio.
La città di Pompei esiste ancora, è un comune italiano della provincia di Napoli di 25.000 abitanti, ma gli scavi archeologici di Pompei, iniziati alla fine del XVIII secolo e continuati fino all’epoca attuale, hanno portato alla luce i resti di una città antica, una ricca città commerciale di ben diecimila abitanti, con un fiorente porto e cinta murarie possenti. Dagli scavi emersero pitture, mosaici, suppellettili, statue, oggi conservati nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli, ma anche edifici, templi e teatri. E non solo: gli studi in loco hanno permesso di ricostruire lo stile di vita nella città di epoca romana. Il sito archeologico di Pompei è stato dichiarato nel 1997 dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità.
All’interno del sito archeologico si possono ammirare il forum, un tempo il centro della vita politica e sociale della città, dove sono esposti i calchi in gesso di quelli che furono gli abitanti. Sugli edifici e le case sono ancora presenti le decorazioni, i mosaici, le pitture e gli oggetti di uso quotidiano.
I biglietti per il Parco Archeologico di Pompei si possono acquistare online su Musement, un servizio di prenotazione multi-piattaforma che consente di scoprire e prenotare attività, tour guidati, biglietti per musei e attrazioni in Italia e nel mondo. La relativa app permette di esplorare la città da visitare con suggerimenti e consigli di esperti locali.