Tra le tante cose da fare e vedere durante un viaggio a Londra, mettete in agenda una visita al nuovo Tate Modern Museum soprattutto quando ospita una mostra straordinaria come l’attuale, dedicata ad Amedeo Modigliani.
Un’altra mostra su Modì, direte voi? Sì, e per fortuna. Perché “Modigliani. A Unique Artistic Voice”, alla Tate Modern di Londra fino al 2 aprile 2018 è davvero un appuntamento da non perdere, una delle mostre più complete dedicate all’opera e al genio dell’artista italiano Amedeo Modigliani.
In esposizione circa 100 opere tra dipinti e sculture di Modì, tra le quali c’è il celebre “Grande nudo disteso” del MoMa di New York e il “Nudo seduto” del Royal Museum of Fine Arts di Anversa.
La mostra prende il via dalla stagione parigina di Modì, quando, non potendo più scolpire la pietra a causa dei suoi polmoni cagionevoli, l’artista si getta a capofitto nella pittura, dando vita alle sue famose donne dai colli allungati.
Amedeo Modigliani (1884-1920) nel 1906 lascia la sua Toscana per andare a Parigi. L’affare Dreyfus si era appena concluso, Picasso stava per dipingere Les demoiselles d’Avignon e Cézanne sarebbe morto qualche mese dopo. Montmartre, la leggendaria collina degli artisti e per anni quartier generale di Picasso (che ha lo studio al Bateau Lavoir), viveva i suoi ultimi momenti di gloria e presto sarebbe stata spodestata dalla più economica Montparnasse, il nuovo cuore della Scuola di Parigi. I locali alla moda (il Lapin Agil, il Moulin Rouge, il Moulin de la Galette, la Closerie des lilas, la Ronde, le Dôme… Modigliani li avrebbe frequentati tutti), i teatri, i caffé concert e la vita bohémien fanno da sfondo alle vicende del livornese, che nella capitale francese sarà scultore, pittore, poeta e affascinante dandy.
Nella prima sala della mostra londinese, Modigliani si presenta al pubblico sotto le sembianze della maschera tragicomica di Pierrot (“Selfportrait as Pierrot”, 1915), rivelandoci già dall’inizio del viaggio il suo carattere tormentato, la sua malinconia che accompagnerà sempre una irrequieta voglia di vivere, tra romanticismo e depressione, trasgressione e ansia febbrile di creare. Camminando poi tra le sale dalle pareti turchesi si possono ammirare i ritratti di alcuni dei grandi protagonisti del ‘900, amici o nemici di Modì, tutti caratterizzati dai forti colori e dalle figure affusolate tipiche: riconosciamo Picasso, Diego Rivera, Jean Cocteau, Juan Gris e Max Jacob, che si ritrovano a bere, a discutere di arte, a litigare tra i tavolini di Montmartre e Montparnasse.
Una sala a parte è dedicata alle sculture, meno conosciute dei dipinti, teste femminili dalle sembianze tribali, dai volti affusolati con gli occhi a mandorla.
E poi, grande spazio al soggetto più amato dall’artista toscano: le donne. Le tante donne amate e amanti che popolarono la sua vita breve e “maledetta”: Beatrice Hastings, scrittrice inglese e sua storica amante, le giovani e bellissime prostitute di Montmartre e, soprattutto, Jeanne Hebuterne, giovanissima moglie e madre della sua unica figlia, che morì tragicamente a un giorno di distanza dalla morte di Amedeo lanciandosi dalla finestra del loro appartamento (incinta al nono mese), incapace di sopravvivere a un amore così totalizzante.
In mostra al Tate Museum si possono ammirare anche i dodici nudi di Modigliani censurati in Gran Bretagna nel 1917 e che ora, a un secolo di distanza, tornano a incantare gli occhi degli inglesi.
A concludere la mostra di Modigliani a Londra, gli inediti dipinti del periodo trascorso dal pittore nel Sud della Francia, dove si era rifugiato durante la Grande Guerra insieme con gli amici pittori e la moglie. È un Modigliani più dolce, affascinato dai colori caldi e intensi della regione, un Modigliani insolitamente luminoso, che ritrae paesani, pescatori, giovani ragazzi.
Fino al saluto finale, il “Self portrait” del 1919, che occupa la sala finale della retrospettiva. Ormai visibilmente malato, il volto scavato, gli occhi svuotati dalla tubercolosi, la sua bellezza ormai sfiorita, ma in mano la tavolozza dei colori, fino all’ultimo respiro.
Momento culminante, assolutamente da non perdere, la sala “The Ochre Atelier”. Grazie alla tecnologia Virtual Reality, è possibile entrare ed immergersi nello studio del pittore così com’era in Rue de la Grand Chaumiere, a Montparnasse, ed esplorare da vicino gli oggetti che lo circondavano, tra disegni, candele, pennelli e sigarette.
Seduti in una postazione e dotati di appositi visori, i visitatori della mostra possono esplorare gli oggetti mentre ascoltano una voce narrante che racconta la vita e il lavoro di Modigliani utilizzando le testimonianze di amici, persone a lui vicine e storici dell’arte che hanno approfondito la sua ricerca. Ognuno degli oltre 60 oggetti presenti è stato modellato con estrema cura: dal pacchetto di sigarette ai pennelli, dalle finestre ai dipinti. Per visitare questo atelier virtuale è necessario dotarsi di un’apposita prenotazione che viene distribuita gratuitamente a tutti i visitatori all’entrata della mostra una volta acquistato il normale biglietto.
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