Dieci cose da fare in Salento, Otranto

Dieci cose da fare in Salento

Se il Salento è conosciuto anche come le Maldive d’Italia, grazie al suo mare spettacolare e alle spiagge bianche di sabbia finissima, non è solo nella bellezza naturalistica il segreto del suo successo.

 

Se il Salento è conosciuto anche come le Maldive d’Italia, grazie al suo mare spettacolare e alle spiagge bianche di sabbia finissima, non è solo nella bellezza naturalistica il segreto del suo successo.

Amatissimo in ogni mese dell’anno, preso praticamente d’assalto durante l’estate, la punta meridionale della Puglia è una terra dall’anima intensa. Un’anima fatta di tradizioni antiche che sanno parlare il linguaggio dei nostri tempi, di sapori forti e di balli sfrenati, di città d’arte di inestimabile bellezza, di miti e racconti che si tramandano.

 

1 – Lecce, la meraviglia del barocco

La “Signora del Barocco”, così viene chiamata affettuosamente Lecce, è un tripudio di riccioli e decorazioni, uno spettacolo di prodigi architettonici da scoprire passo dopo passo. Il modo migliore per farlo è percorrerla a piedi, senza una meta apparente, passeggiando nel suo centro storico, tra palazzi e luoghi sacri di grande pregio come la Basilica di Santa Croce, il Duomo, la Chiesa di Santa Chiara e quella di Sant’Irene.
Da non perdere il Museo Archeologico Provinciale S. Castromediano, il più antico di tutta la Puglia, che conserva un tesoro di testimonianze di popoli antichi: dalla civiltà messapica a quella romana, oltre a ceramiche, vasellame, vetri dell’età barocca e una ricostruzione molto interessante della grotta dei cervi di Porto Badisco.
Piazza Oronzo è il cuore di Lecce: su di essa si affacciano l’anfiteatro romano, risalente al II secolo d.C, di cui rimane intatta solo una parte, ma che non nasconde nulla sullo splendore passato della città salentina. Di fronte all’anfiteatro si trova la Chiesa di Santa Maria della Grazie, in stile barocco. Al centro della piazza si erge la Colonna di Sant’Oronzo.
In centro a Lecce non mancano negozietti e botteghe di artigianato leccese dove fare shopping: si lavorano le pietre, la cartapesta, il rame, la terracotta e il ferro battuto.

 

2 – Otranto e la Baia dei Turchi

Otranto, la “Porta d’Oriente”, si affaccia su uno sperone roccioso, in tutto il suo candido splendore, a sud dell’Adriatico sul Canale d’Otranto, lo stretto tra la Puglia e i Balcani che prende il suo stesso nome. È il centro abitato e il territorio più orientale d’Italia, anticamente “capoluogo” di una grande provincia che comprendeva tutto il Salento conosciuta come “Terra d’Otranto”, e che ancora oggi conserva l’aspetto caratteristico delle antiche città commerciali che si affacciavano sul Mediterraneo.

Città solare, dal fascino orientale, conserva un centro storico molto elegante, con l’imponente Cattedrale del 1088: la facciata fu ricostruita dopo l’invasione turca e di incomparabile valore è il mosaico pavimentale eseguito nel XII secolo oggi completamente restaurato. Al suo interno la Cattedrale conserva anche i resti degli 800 martiri uccisi dai Turchi durante la loro invasione.
Da non perdere una visita al Castello Aragonese, conosciuto anche come Forte a Mare, voluto nel 1491 sullo spazio antistante il porto da Ferdinando I d’Aragona come difesa dagli invasori turchi provenienti dal mare.
Il borgo antico di Otranto conserva strette viuzze in pietra viva, che si snodano a serpentina tra le case, in un dedalo di botteghe artigiane e gastronmiche. Il porto, invece, si trova lungo la costa bassa, la sua rilevanza negli scambi con l’Oriente è testimoniata da molti documenti storici, anche se oggi ospita solo piccole imbarcazioni e pescherecci.
Ma Otranto è, anche, bellissime spiagge. Chiudete gli occhi, immaginate il paradiso in terra, riapriteli e se vi troverete di fronte a un paesaggio di sabbia candida che si fonde con un mare turchese, non pensiate di essere sbarcati nel bel mezzo di un atollo dell’Oceano Indiano.

Probabilmente si tratta della Baia dei Turchi, spiaggia bellissima, a pochi chilometri a nord di Otranto.
Il tratto di costa della Baia dei Turchi, dove si dice fossero sbarcati i guerrieri saraceni nel corso dell’assedio alla città di Otranto del XV secolo, fa parte dell’Oasi protetta dei Laghi Alimini, uno degli ecosistemi più importanti del Salento e della Puglia.
La Baia dei Turchi è una piccola insenatura di sabbia finissima circondata da una parete di roccia calcarea, tra pineta e macchia mediterranea, meta ideale per i surfisti e le famiglie, grazie alla facilità di accesso in acqua.

 

3 – Santa Maria di Leuca

Finibus Terrae, dissero i romani quando arrivarono a Santa Maria di Leuca, perché affacciandosi dal suo promontorio non si vedeva altro che mare: a est, a ovest, a sud. Qui ai confini della Terra, nel punto più meridionale della Puglia, dove mar Adriatico e mar Ionio si fondono, ci sono spiagge bellissime che si inseriscono come approdi sicuri lungo una costa alta, rocciosa, frastagliata, interrotta da grotte marine, alle quali si accede spesso attraverso sentieri e scalinate. Di sicuro non può mancare una bella nuotata a Porto Badisco, una delle insenature più suggestive di tutto il Salento: qui dove Virgilio ci dice fosse approdato Enea fuggito da Troia, si trova la grotta dei Cervi, un complesso ipogeo antichissimo che risale al neolitico. La spiaggia è piccola e durante l’estate molto affollata, ma sono diversi i punti alternativi per fare immersioni, tuffi, rilassarsi al sole oppure organizzare un pic-nic con la famiglia in vero stile salentino.

 

4 – Le Maldive del Salento e le spiagge più belle

Senza dubbio una delle spiagge più belle del Salento, Pescoluse si è meritata l’appellativo di Maldive salentino. Un motivo ci sarà, no? Sabbia bianca e finissima, fondali che degradano dolcemente, isolotti candidi che emergono dal mare, dune ricoperte di acacie e giglio bianco. È un tratto di spiaggia molto lunga, che si estende tra Torre Pali e Torre Vado, e molto organizzato dal punto di vista turistico con stabilimenti balneari, torrette con bagnini, chioschi e ristoranti sulla spiaggia, noleggio barche e gommoni e locali per tutti i gusti.

Porto Cesareo: chilometri di spiaggia libera, sabbia dorata e sottile, fondali bassi e cristallini. Nessuno stabilimento balneare in vista, ma solo natura che incanta e dune coperte di macchia mediterranea che arrivano a lambire la spiaggia. Porto Cesareo con, in particolare, la spiaggia di Punta Prosciutto, che segna il confine nord ovest della provincia di Lecce, è un tratto di costa selvaggia e autentica, perfetta per chi ama il contatto con la natura e sa rinunciare a qualche comodità per godersi il suono del vento.

 

5 – La Grecìa Salentina
A poca distanza da Lecce si trova la Grecìa Salentina, meno famosa del capoluogo, ma in realtà terra di grande fascino, sospesa tra Medioevo e Oriente negli undici borghi, accomunati in passato dall’uso della stessa lingua, il griko.
Si parte da Calimera, con la chiesetta di San Vito, e si prosegue fino Zollino, famoso per le pozzelle, le antiche cisterne pubbliche.
Merita una sosta Soleto, dove svetta la Guglia Orsiniana, in stile gotico e Martano, con le tipiche case a corte. Bellissimi il cinquecentesco Palazzo Palmieri e il frantoio di Martignano, il Palazzo Granafei di Sternatia e Corigliano d’Otranto, con il Castello de’ Monti.
Melpignano, invece, gioiello medievale, è il paese dove si svolge la Notte della Taranta.

 

6 – La notte della Taranta di Melpignano

È Piazza San Giorgio di Melpignano, che ricorda gli antichi mercati medievali, il teatro del più grande evento salentino, e non solo, il concertone finale della Notte della Taranta, il più grande festival europeo dedicato alla musica tradizionale. La formula del festival si caratterizza in maniera del tutto originale e innovativa per la presenza di un Maestro Concertatore, invitato a reinterpretare i “classici” della tradizione musicale locale avvalendosi di un gruppo di circa trenta tra i migliori musicisti del Salento, assieme ad ospiti eccezionali della scena nazionale e internazionale.
Anche se oggi non si balla più per aiutare la guarigione delle “tarantate”, donne che pensavano di essere state morse dal velenoso ragno, l’energia che si respira durante questa notte è travolgente, tra sonorità arcaiche e danze liberatorie, a ritmo di pizzica.

 

7 – Gallipoli e le sue spiagge

Se il suo nome deriva dal Kale Polis (‘città bella’), un motivo ci sarà e, infatti, Gallipoli bella lo è per davvero. Sorge alla fine di una penisola rocciosa che si protrae verso il mare, con una vista meravigliosa che spazia dal Nord al Sud. La città ha molte chiese, vicoli e musei interessanti. Il porto è una tappa imperdibile a Gallipoli, dove sostare per assaporare l’autenticità della città, soprattutto quando i pescatori sono al lavoro.
Gallipoli è, anche, spiagge da sogno. Una delle più belle, insieme a Lido Conchiglie e Rivabella, è senza dubbio Baia Verde, una lunga spiaggia che arriva fino a Torre del Pizzo: sabbia fine, piccole dune, un’ombrosa pineta alle spalle e alcuni degli stabilimenti balneari più gettonati del Salento l’hanno resa una delle spiaggia più cool della regione, famosa per happy hour e movida.

 

8 – Piccoli vizi salentini: mangiare il pasticciotto e bere il caffè con latte di mandorle

Sono così tanti i prodotti tipici salentini che elencarli tutti sarebbe praticamente impossibile. Una cosa è certa: tra frese, orecchiette, cozze, purpu alla pignata e pesce alla scapece non c’è che l’imbarazzo della scelta. Anche per i golosi, che qui potranno concedersi qualche peccato estivo, a base di Pasticciotto, il dolce tipico del Salento: pasta frolla farcita di crema pasticcera, è originario di Galatina dove nacque come esperimento nella bottega pasticciera della famiglia Ascalone durante le festività di San Paolo, il guaritore delle tarantate.
D’obbligo, nelle giornate più calde, iniziare la giornata con un caffè in ghiaccio e latte di mandorle. Si dice che furono gli spagnoli a portare la tradizione del caffè ghiacciato nel XVII secolo, ma l’abitudine di mettere il latte di mandorle al posto dello zucchero è un’invenzione tutta salentina degli anni ’50.

 

 

 

9 – Grotta dei Cervi di Porto Badisco

Una testimonianza unica al mondo dell’evoluzione dell’uomo si trova sulla costa adriatica, a Porto Badisco, a circa 6 km da Otranto, dove sorge la Grotta dei Cervi, una cavità di origine carsica che trova l’imbocco sul mare e si sviluppa in tre corridoi distinti, abitata dall’uomo della preistoria e successivamente utilizzata per riti religiosi.
Si chiama così perché uno dei più significativi cicli pittorici rappresenta una caccia ai cervi.
La Grotta dei Cervi è la più importante testimonianza della presenza dell’uomo nel Salento, oltre a rappresentare un’interessante centro di studio dell’arte pittorica e graffitica, visto che conta ben 3.000 pittogrammi e un numero elevato di graffiti, concentrati però solo in una “stanza”, a riprova del fatto che prima del neolitico l’uomo usava abitare le grotte e comunicare con gli altri attraverso l’uso dei graffiti, mentre successivamente, parliamo del neolitico, l’uomo usava simili grotte a scopi religiosi o, comunque, sacrali, e l’elevato numero di pittogrammi che possono definirsi in qualche modo connessi alla religione e alla magia dimostra il cambio di destinazione d’uso della grotta.

 

10 – Dormire in masseria in Puglia: Torre Maizza

Ulivi secolari, mirto selvatico, frutteti e vigneti circondano questo resort che mescola il bianco delle architetture mediterranee tipiche di queste zone e dell’originaria masseria, con un tocco di design contemporaneo. Esclusiva e ricercata la Masseria Torre Maizza è ospitata in un’antica torre in tufo bianco situata in un’ampia tenuta di campagna a ridosso del mare della Puglia a Savelletri di Fasano, in provincia di Brindisi.
Il risultato è un’ospitalità di stile, raffinata ed elegante. Le camere e le suite della Masseria Torre Maizza sono il risultato di una riuscita combinazione tra elementi dell’originaria struttura e arredi della tradizione locale. La Suite Palme, inoltre, dispone anche di un giardino privato con piscina riscaldata: il massimo del lusso.
Il piacere della tavola, si sa, in Puglia è sacro. Proprio per questo motivo il ristorante della masseria possiede tutti gli elementi distintivi per un’esperienza sensoriale senza eguali: la vista sull’antico aranceto e il profumo delle zagare diventano la cornice per un’unica protagonista: la cucina mediterranea.