Ispirato dall’omonimo romanzo di Carla Vangelista e girato sotto la regia di Silvio Muccino (2010), Un altro mondo è un film che cambia il nostro stile di vivere la vita.
Protagonista Andrea, 28 anni, benestante, mantenuto dai generosi assegni in bianco dell’algida madre. Convive con la fidanzata Livia, ballerina bulimica, cui non ha mai detto “ti amo”.
La pellicola si apre con una festa a sorpresa per Andrea, durante la quale il giovane appura che il padre è ricoverato in Africa in fin di vita.
Nonostante l’astio nei suoi confronti per averlo abbandonato da bambino, Andrea decide di andare a (ri)trovarlo: “ci sono ricordi che all’improvviso ti piovono addosso e ti ricordano che non avevi mai smesso di pensarci”, recita la voce fuori campo.
Così, il “giovin signore” si ritrova in Kenya, Un altro mondo, dove la vita è dura, completamente diversa da quella in cui è cresciuto, nuovamente, però, senza il papà, morto l’indomani dal suo arrivo. Lasciandogli un “nuovo ricordo di sé”, Charlie, suo fratellastro, della cui esistenza il protagonista era ignaro e di cui è l’unico parente responsabile.
Dopo aver tentato di liberarsene, in una parziale presa di coscienza, Andrea decide di portare il piccolo con sé in Italia. Temporaneamente.
L’ingresso del fratellastro stravolge completamente l’esistenza di Andrea e Livia, prima portandoli all’esasperazione e, successivamente, a una totale trasformazione di sé.
Se, infatti, “ci sono persone che credono di avere tutto”, il viaggio in Un altro mondo mostra al giovane dissoluto uno stile di vita completamente opposto al suo. Un mondo in cui la paura più grande diventa quella di “non trovare una casa” degna di questo nome, facendogli acquisire uno sguardo rinnovato. Perché “le cose non cambiano mai. Cambiamo noi”.
Anche le convinzioni più radicate. E anche se “ci sono persone che non hanno mai detto ti amo. Perché tanto non serve”, poi “scopri all’improvviso che era tutto così facile” e che, se la felicità esiste, “somiglia a questo”.
Ecco cosa succede in Un altro mondo, un viaggio alla scoperta dei nostri ricordi, e di sé.
Lidia Schiazza