Borobudur, Indonesia: i grandi templi induisti nella provincia di Java Centrale

Borobudur, Indonesia: i grandi templi induisti nella provincia di Java Centrale

Se desiderate conoscere l’Indonesia, Yogyakarta (nella Provincia di Java Centrale) è una meta da tenere presente.

 

Se desiderate conoscere l’Indonesia, Yogyakarta (nella Provincia di Java Centrale) è una meta da tenere presente.

 

 

Vi ritroverete sotto la linea dell’Equatore, immersi in una vegetazione tripudiante (sconfinate risaie, palmeti, alberi di teck, della gomma, mogani pregiati), in un caldo umido opprimente, ma sarete a due passi (due ore di volo) dall’isola di Bali e prossimi all’Australia, più che all’Europa.
Dal punto di vista religioso vi calerete in una variegata comunità musulmana, fatta di centinaia di Moschee piccole e grandi, coloratissime (bianche, verdi, azzurre), di migliaia di Musshula dedicate alla preghiera, come si possono trovare lungo le strade, anche in campagna, negli aeroporti e nei Mall. Il venerdì per gli uomini è precetto di frequentare una moschea, possibilmente grande.
Ogni mattina alle 4 sentirete il richiamo alla preghiera (anche se il vostro resort è immerso nei campi di riso o nella boscaglia) di una voce altisonante trasmessa da quattro trombe, poste in alto su ogni minareto; così a mezzogiorno e a scadenze regolari durante la giornata. 

Nel mondo musulmano si prega molto, come in quello induista (Bali). Le due religioni convivono nell’arcipelago più grande del mondo – 250 milioni di abitanti – che costituisce la Repubblica di Indonesia, mentre i cattolici sono in netta minoranza. Ciononostante abbiamo visitato chiese piccole e grandi, ovunque.

Yogyakarta è divenuta negli ultimi anni un luogo abitato da molti stranieri che non amano la “modaiola” Bali, costosa e disseminata di outlet e mall, come globalizzazione impone. Yogyakarta è il cuore della più pura cultura giavanese, ancora governata da un sultano che vive nel kraton, il palazzo reale.

Se arrivate a Giacarta, capitale dell’Indonesia, da cui desidererete immediatamente allontanarvi per via del traffico e dell’inquinamento infernale, la cosa più semplice da fare è andare in un’agenzia e comprare un volo fino a Yogyakarta con la compagnia nazionale (Garuda); impiegherete un’ora ad arrivare e sarete a poca distanza dalla città. Nello stesso momento potrete scegliere un hotel o una guest house con la possibilità di transfer, ovvero di essere accolti all’aeroporto da un autista che vi accompagnerà in albergo e dove vorrete.
È importante parlare inglese, capire cosa viene detto; o, in alternativa, olandese, dato che in Indonesia i Dutch hanno dominato per secoli.
Vi consigliamo ViaVia Guesthouse (in Jalan Prawirotaman) e l’annesso ristorante, dove troverete ottimo pane, cibo (compresa pasta squisita), caffè, un ambiente stimolante e molte cose interessanti da osservare (il loro shop è pieno di oggetti curiosi, prodotti da varie comunità locali).

Borobudur dista un’ora e mezzo di guida da Yogyakarta.
Per gli indonesiani il tempio è una delle meraviglie del mondo. Costruito su una collina, fu realizzato tra il 750 e l’850 a.C. a forma di piramide, con uno stupa centrale dedicato al Buddha sale dalla foresta.
Il Tempio rappresenta i fondamentali della teoria Buddista: se visto a volo d’uccello, è un mandala, disegno basilare per l’arte Buddista e Hindu, con quattro ingressi corrispondenti ai punti cardinali e un circolo al centro.
Improvvisamente abbandonato, forse a causa di un terremoto, venne riportato alla luce nel 1815 e restaurato a più riprese, senza riuscire a ricollocare tutte le pietre di cui era composto. È qui che all’alba si può vivere un’esperienza unica: la nebbia si alza dalla foresta di palme, il sole sorge dietro il Murapi, l’atmosfera è rarefatta e il silenzio assoluto.

Sulla strada verso la cittadina di Solo s’incontra il Prambanan, il più grande complesso di santuari indù di tutta l’isola, costruito intorno alla metà del IX secolo.
I templi sono dedicati a Trimurti, espressione del Dio Creatore (Brahma), a Vishnu (Colui che preserva) e Shiva (Colui che distrugge), a cui è dedicto il tempio più importante: la guglia raggiunge i 47 metri di altezza e le sculture tutt’intorno sono molto accurate e sontuose.

 

 

 

 

Angela Tromellini