Bridget Jones icona di stile

Tra recensione e realtà: perché con il film “Bridget Jones’s Baby” Renée Zellweger diventa regina di stile di ognuna di noi

A 15 anni dal debutto della commedia romantica per eccellenza, “Il diario di Bridget Jones” (2001), seguita da “Che pasticcio, Bridget Jones!” (2004), a settembre (2016) è arrivato nelle sale il terzo appuntamento con la saga cinematografica dell’anti-eroina combinaguai, stavolta in versione "Baby".

A 15 anni dal debutto della commedia romantica per eccellenza, “Il diario di Bridget Jones” (2001), seguita da “Che pasticcio, Bridget Jones!” (2004), a settembre (2016) è arrivato nelle sale il terzo appuntamento con la saga cinematografica dell’anti-eroina combinaguai, stavolta in versione “Baby”.

Protagonista indiscussa del mito delle trentenni contemporanee insoddisfatte, la Jones torna a farci (sor)ridere con nuove avventure – e sventure – personali e professionali.

Giunta al suo 43simo compleanno, dopo un’eterna lotta con l’ago delle bilancia, Bridget ha finalmente raggiunto il peso forma, abbandonato il vizio del fumo, vive in una “una bella casa” e ha “un buon lavoro”. Nonostante gli importanti traguardi raggiunti, però, la sua vita sentimentale resta oltremodo “caotica”, culminando nel tragicomico con un’inattesa gravidanza a tre. Tra i potenziali -e ignari- padri del nascituro l’algido ex Mark Darcy (Colin Firth), e una nuova fiamma, il premuroso Jack (Patrick Dempsey).
Pronta alla maternità, Bridget si sente più che mai vicina alla “svolta” verso una nuova sé, che deve diventare responsabile per due. Quale decisione prenderà la nostra eroina dinanzi a un evento che la porterà finalmente – si spera – alla maturità? Per non anticiparvi il finale ho selezionato alcune pillole che la guideranno verso la “scelta giusta”.

Dì solo la verità, Bridget. Non si può sbagliare troppo dicendo la verità.
Devi avere fede. Devi chiederti: Sono pronta a invecchiare con lui?.
Certe volte ami una persona solo perché non è come te. Certe altre la ami perché, in un certo senso, ti senti come a casa.

È evidente che la nuova Jones è molto cambiata da quella dei due prequel. Per quanto resti una donna più buffa che sexy e più sopra le righe che intellettuale, Bridget evolve, vince la battaglia contro i suoi temuti difetti, ma si arrende alla guerra contro la fragilità di ogni donna che, in fondo, in amore non cerca nient’altro che un uomo a cui piacere “così come è”.

Ecco, Bridget è una regina di stile quanto a essere se stessi, uno stile di vita che va oltre il guardaroba.

Lidia Schiazza