Come evitare le penalizzazioni di Google ed essere primi sui motori di ricerca

Come evitare le penalizzazioni di Google

Temute da Webmaster e SEO Specialist, penalizzazioni di Google e cattiva indicizzazione sui motori di ricerca sono un problema che può costare molto alla buona reputazione di un sito.

 

Temute da Webmaster e SEO Specialist, penalizzazioni di Google e cattiva indicizzazione sui motori di ricerca sono un problema che può costare molto alla buona reputazione di un sito.

 

 

I motori di ricerca, infatti, in base alle regole interne e agli spider che circolano per il web raccogliendo tutte le informazioni che riguardano siti, contenuti e link, possono decidere in qualsiasi momento che un sito non meriti più la buona visibilità finora raggiunta.
Google adotta due tipi di penalizzazioni: manuali e algoritmiche.
Le penalizzazioni manuali di Google avvengono per opera di un operatore che, navigando sul web in cerca di anomalie, qualora le ritrovi in un sito, si occupa di comunicarle al proprietario del dominio, spiegando le motivazioni delle stesse.
Le penalizzazioni algoritmiche di Google, invece, sono il risultato di una scansione automatizzata da parte gli spider dei motori di ricerca che decidono, sulla base di precise regole se premiare o dare l’insufficienza a un sito o ad alcuni dei suoi contenuti.

Penalizzazioni ancora più pericolose, queste, perché se non risolte immantinente rischiamo di compromettere, in un batter di ciglia, il lavoro di mesi.
Senza cadere nel panico, è bene conoscere i motivi più comuni che possono causare una vera penalizzazione di Google o qualcosa di simile ma meno grave, come una temporanea perdita di gradimento.
Spesso infatti le ragioni di una perdita di posizioni in serp o il calo di page rank, sono da attribuire a tattiche SEO ad alto rischio o, più semplicemente, a banali errori di gestione di un sito web facilmente risolvibili con i giusti consigli.

Ecco come prevenire ed evitare penalizzazioni di Google e cattiva indicizzazione di un sito ed essere primi nei motori di ricerca, sempre sulla cresta dell’onda.

 

 

Di seguito i principali fattori che potrebbero causare delle penalizzazioni di Google a un sito web.

 

Traffico a pagamento
Vi ha sfiorato la tentazione di acquistare traffico a pagamento? Non pensateci neppure! I motori di ricerca penalizzano questo tipo di attività: il traffico generato dal vostro sito deve risultare reale e naturale.

 

Link forzati o artificiali
Per non essere vittime delle penalizzazioni di Google, attenzione anche all’utilizzo dei link. I link che puntano all’esterno sono fondamentali per ogni sito web, in particolare per i blog. Molti webmaster hanno bloccato i link esterni per cercare di non disperdere PageRank, ma gli ingegneri di Google hanno scoraggiato questa pratica e suggeriscono invece di usare i link esterni. La link building, però, deve rivelarsi reale: è consigliabile linkare solo siti autorevoli e che trattano argomenti simili al proprio e in linea con il tema che si sta trattando.

Meglio, inoltre, evitare di linkare la home page di un altro sito (pratica da link commerciali) e, se possibile, linkare inserendo il tag nofollow, che permette di linkare senza trasmettere valore al link. I link ad altri contenuti dello stesso sito sono molto apprezzati.

 

Content is King?
Se Google ripete da sempre che “il contenuto è sovrano” e, indubbiamente la qualità e la quantità di contenuti presenti in un sito ne determina lo stile, la fama e la gradevolezza, bisogna tenere presente che anche il contenuto non è scevro da inganni e problemi. Fate in modo che il re del vostro regno sia giusto, forte e valoroso, se non volete incappare negli strali di Google.
Evitate i duplicati sul vostro sito perché possono causare un significativo calo del ranking.
Potreste credere, errando, che ripetere un testo o della parole chiave già presenti all’interno del vostro sito porti a un miglioramento dei contenuti: attenzione, i testi copia-incolla vengono considerati dai motori di ricerca contenuti di serie B e anche se non sono considerati un elemento di penalizzazione, di certo non possono aiutare il vostro lavoro a ottenere visibilità. Evitate, inoltre, di inserire tag Title, meta Description, tag di intestazione e Alt tag delle immagini uguali e ripetuti: ogni pagina o elemento deve avere delle descrizioni e dei tag diversi.
Anche la qualità dei vostri contenuti è importante: il Panda Update di Google (uno degli algoritmi del motore di ricerca) riconosce e penalizza i contenuti di bassa qualità, con testi superficiali e troppo carichi di keyword.

 

Copiare dai competitor
Pubblicare materiale altrui? Assolutamente vietato, a meno che non vogliate cadere nella trappola delle penalizzazioni di Google! Se il vostro competitor ha estro e fantasia e i suoi contenuti sono palesemente migliori dei vostri, non fate come a scuola durante i compiti in classe… Non copiate, insomma, piuttosto studiate, migliorate le vostre prestazioni, impegnatevi a trovare la vostra strada. E fate in modo che sia il più possibile originale e coerente.

 

Poca coerenza tra title e contenuti
Un tempo, quando probabilmente il web era ancora nella testa dei suoi inventori, esisteva nel mondo dell’editoria una strana figura: il titolista. Chi era costui? Donna o uomo dotati di ingegno e fantasia si occupava di creare il titolo giusto, capace di catturare l’attenzione e di inchiodare alla lettura dell’articolo che seguiva.
Oggi le cose sono cambiate ma il title di un testo (che un titolo, a dire il vero, non è) rimane ancora fondamentale, soprattutto perché non sfugge alla dura legge dei motori di ricerca.

Quindi fate attenzione: create titoli non troppo lunghi, e che siano coerenti con gli argomenti trattati nella pagina. Insomma, evitate il classico specchietto per le allodole.

 

Troppe keywords
Evitate di riempire le pagine di keywords che considerate strategiche, gli attuali Bot sono ormai intelligenti e riescono facilmente a capire quando un testo è naturale e quando invece è creato ad hoc per aggirare le regole. Va da sé che queste forzature possono causare una penalizzazione del posizionamento del sito.

Assolutamente da evitare le keyword invisibili all’occhio umano (scritte trasparenti o troppo piccole), pratica tipica del black hat seo.

Inoltre la pratica corrente consiste nel scegliere una keyword chiave dell’articolo e concentrarsi solo su quella per la scrittura del testo, evidenziandola nel titolo, nel primo capoverso dell’articolo e almeno 5 volte nell’articolo (il 2% del contenuto, di solito, deve essere costituito dalla keyword).

 

 

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