Dall’8 febbraio al 25 maggio 2014 arriva a Bologna il capolavoro assoluto di Johannes Vermeer, La ragazza con l’orecchino di perla.
In occasione della momentanea chiusura del Museo olandese di Mauritshuis dell’Aia che ospita La ragazza con l’orecchino di perla, inizia così un lungo viaggio intorno al mondo che il famoso ritratto porterà per più di tre mesi a Bologna a Palazzo Fava.
La ragazza con l’orecchino di perla è un’opera potente ed evocatrice di una bellezza misteriosa e suprema. La sua fama, grazie anche al libro della scrittrice Tracy Chevalier e al film che ne è seguito, ha superato i confini dell’arte chiusa nei musei, per diventare un caso amato e conosciuto in tutto il mondo. Il più famoso, insieme alla Gioconda di Leonardo da Vinci e all’Urlo di Munch.
La suprema opera di Veermer sarà esposta a Bologna in buona compagnia: la mostra, che ha come sottotitolo “Il mito della Golden Age. Da Vermeer a Rembrandt, capolavori dal Mauritshuis” è curata da Marco Goldin e porterà al grande pubblico per la prima volta in Italia altre opere di Vermeer come Diana e le sue ninfe e tele di altri pittori famosi (Rembrand, Frans Hals, Ter Borch, Claesz, Van Goyen, Van Honthorst, Hobbema, Van Ruisdael, Steen).
“Ho chiesto, e ottenuto – sottolinea il curatore della mostra – di non ripetere a Bologna l’identica esposizione svolta nelle altre sedi museali giapponesi e americane. Per cui abbiamo selezionato un gruppo di opere più alto nel numero – saranno 37 quelle “bolognesi” – e di qualità eccelsa. A raccontare non solo l’evento legato alla presenza della Ragazza con l’orecchino di perla, ma anche l’intero secolo XVII in Olanda, la cosiddetta Golden Age, come recita il sottotitolo”.
Una pittura, quella olandese, realistica e di una luminosità cristallina, capace di ritrarre personaggi umili e ricchi mercanti della società olandese, con un tocco così sincero che sembra anticipare di centinaia di anni il potere della fotografia.
La vita di Jan Vermeer, protagonista assoluto della mostra bolognese, resta avvolta nel mistero. Di lui si sa che morì giovane, a soli 43 anni, lasciando la moglie e i figli gravati da numerosi debiti, a causa di una crisi economica che fece andare il fumo il suo patrimonio. Patrimonio che, negli anni precedenti, dovette essere piuttosto consistente, se si pensa che Vermeer fu uno dei pittori più amati dai ricchi cittadini di Delft, la sua città natale, e poté certamente condurre una vita agiata.