Bike Highways in Danimarca

In Danimarca la prima autostrada per biciclette

Solo un Paese attento a forme di convivenza sostenibili, dove la ricerca di strumenti efficaci per combattere l’inquinamento e per offrire ai propri cittadini un modello di vita più attento al benessere psicofisico è un imperativo indiscutibile, avrebbe potuto farsi artefice di un progetto nobile come quello di cui stiamo per parlarvi.

Solo un Paese attento a forme di convivenza sostenibili, dove la ricerca di strumenti efficaci per combattere l’inquinamento e per offrire ai propri cittadini un modello di vita più attento al benessere psicofisico è un imperativo indiscutibile, avrebbe potuto farsi artefice di un progetto nobile come quello di cui stiamo per parlarvi.

Il Paese in questione è la Danimarca, stato emergente sotto molti punti di vista, dalla cucina al design, fino alla realizzazione di ambiziosi progetti ecostenibili. Come, per esempio, l’autostrada per biciclette da poco inaugurata (battendo sul filo del rasoio la Germania) che ha messo in comunicazione Copenhagen e il sobborgo Albertslund. 
I danesi potranno percorrere i diciassette chilometri di superstrada per ciclisti a bordo della propria bicicletta raggiungendo così il posto di lavoro in città, senza rimanere imbottigliati in spiacevoli ingorghi di auto e senza inquinare. Facendo, in più, una buona razione quotidiana di attività fisica gratuita.
Frutto di un piano, in evoluzione, che prevede la futura realizzazione di altre ventisei arterie stradali riservate alla viabilità cicilistica, la superstrada è dotata di ogni comfort per i biker pendolari.
L’autostrada per ciclisti è in effetti condivisa, in alcuni tratti, da altri mezzi di trasporto ma l’intero percorso è dotato di aree di sosta per il riposo dei ciclisti, stazioni attrezzate per la manutenzione dei mezzi a due ruote e banchine ricoperte da pavimentazioni lastricate completamente lisce per una migliore percorribilità delle bici.
Il percorso è inoltre reso più confortevole dalla presenza della segnaletica ad hoc e dalla cosiddetta “Onda verde”, ovvero una successione di semafori verdi che lasciano libero il passaggio se si mantiene una velocità di diciannove chilometri orari.

Nella nuova Bike Highways danese, quindi, sono ridotte al minimo le situazioni di rallentamento: la frequenza degli incroci, le curve che allungano il tragitto, la contemporanea presenza di altre vetture o l’eventuale accumulo di neve sul tracciato (è attribuita massima priorità alla pulizia, come accade per le autostrade destinate ad autoveicoli).
Sono inoltre stati posizionati bidoni dell’immondizia inclinati, per un utilizzo più facile ed immediato durante gli spostamenti e sono state introdotte “corsie di conversazione”, dove i ciclisti possono procedere pedalando uno vicino l’altro mentre conversano.
Vengono inoltre condotte campagne ambientaliste, come la “karma campaign” durante le quali impiegati comunali vanno in giro con scatole di cioccolato per gratificare i ciclisti che si adeguano alle cinque regole d’oro della bici: esser educati, segnalare, stare a destra, sorpassare con prudenza e usare il campanello.

I risultati sono a dir poco soddisfacenti: nel giro di pochi mesi il numero delle persone che hanno deciso di andare al lavoro in bicicletta ogni giorno è cresciuto del 10%.
Quando si dice un’idea buona e di stile, da imitare.