Golf e turismo, una coppia che funziona decisamente bene. Almeno a guardare i dati, che parlano di un mercato sempre in crescita: aumenta il numero di persone appassionate di golf, che lo praticano o vorrebbero iniziare a farlo.
Crescono i numeri di un turismo, di alta fascia, che viaggia e si muove alla ricerca dei green più belli e delle ultime tendenze del settore.
Un po’ di storia
Più o meno nello stesso periodo, i documenti ci regalano una data precisa, il 1297, in Olanda nella città di Loenen aan de Vecht, dove si praticava un nuovo gioco utilizzando una palla di cuoio e delle stecche: chi colpiva la palla entro un bersaglio distante diverse centinaia di metri con il minor numero di colpi vinceva.
Antenati di tutto rispetto per lo sport più chic dei giorni d’oggi, che si diffuse rapidamente, dapprima in Scozia (dove si tenne il primo torneo tra le città scozzesi) e poi in Inghilterra.
All’inizio non c’erano regole scritte: si giocava su campi pubblici con differenti numeri di buche e si seguivano poche regole orali, tramandate per passaparola dagli stessi giocatori.
Solo nel 1744 si ebbero le prime regole scritte, quando a Edimburgo venne fondata la Company of Gentlemen Golfers che, in occasione di un campionato aperto anche a giocatori provenienti da altri campi, decise una volta per tutte di darsi una linea di gioco scritta e comune.
Dieci anni dopo, anche l’associazione dei golfisti di St. Andrews (ora si chiama Royal and Ancient Golf Club of St. Andrews), decise di redigere una serie di regole per i giocatori provenienti dall’esterno che volevano prendere parte alle loro gare. Nacquero così le famose tredici regole del golf, che ancora oggi sono la base dei regolamenti di gioco.
Il golf oggi: tra turismo e nuove tendenze
Sono passati un po’ di anni e oggi il golf, lungi dall’essere uno sport sorpassato, gode di ottima salute. Dati recenti rivelano una crescita costante dei giocatori in tutto il mondo e una tendenza del golf a diventare traino di un turismo di livello medio alto per molti Paesi.
Oggi in Europa si contano oltre sette milioni di persone dedite al gioco del golf, e in Italia le ultime statistiche parlano di 100.317 giocatori tesserati (di cui 28.181 donne e 72.136 uomini) contro i circa 5.500 del 1999, che aumentano sensibilmente anno dopo anno.
Il giro d’affari legato al golf, secondo gli ultimi dati diffusi dal Ministero del Turismo italiano sarebbe per il nostro Paese intorno ai 350 milioni di euro di introito diretto, prodotto cioè unicamente dalle attività dei circoli. Su scala europea il business si attesta mediamente sui 50 miliardi di euro.
E a livello mondiale sono ben oltre i 64 milioni gli appassionati e giocatori di golf.
Il turismo del golf cresce costantemente a livello internazionale (+ 8% l’anno) e rappresenta un’alternativa originale per milioni di turisti, dalla quale non si può prescindere se si vuol essere al passo con i tempi e le richieste del mercato turistico, soprattutto in un Paese come l’Italia che del turismo deve imparare a fare la propria risorsa.
Questo lo sanno bene gli operatori, soprattutto proprietari di hotel e resort di fascia alta che, dove possibile, si sono dotati di un campo da golf o hanno stretto convenzioni con golf club del territorio.
Le ultime tendenze del mercato, inoltre, confermano che sempre più albergatori scelgono di trasformare spazi inutilizzati come per esempio i campi da tennis all’interno delle loro strutture, in putting green a 9 buche in erba artificiale. In Italia offre questo servizio Greenmakers Golf & Leisure, azienda in grado di riqualificare e migliorare notevolmente l’immagine dell’hotel, offrendo nel contempo ai clienti la possibilità di un momento di svago in un’Area Training Golf di ultima generazione.
Un altro plus, in grado di rendere il soggiorno più accattivante, ultima proposta di casa Greenmakers è Golf In, un originale
Le proiezioni di mercato confermano che anche nel nostro Paese il bacino di turismo legato al golf sta crescendo: ecco che per conquistarlo è indispensabile specializzarsi, investendo nella creazione di prodotti altamente tailor made ed up level. Il golfista è infatti un viaggiatore con una spiccata propensione alla spesa e, per giunta, sempre in cerca di nuove destinazioni e nuovi green con cui misurarsi.
I campi da golf da non perdere
Se siete golfisti provetti, se vi siete avvicinati da poco a questo sport o se siete semplicemente curiosi, ecco le mete più belle, i green imperdibili dove giocare almeno una volta nella vita. Perché i campi da golf non sono soltanto insieme di bunker, percorsi a 18 buche, fairway e ostacoli d’acqua in magnifici club house. Il golf è storia, amore per i paesaggi da favola, sfida paziente.
Scozia
Chi dice Golf, dice Scozia. Qui dove il golf è nato è possibile scoprire i campi e i percorsi che hanno fatto la storia di questo sport, come a St. Andrews, la “casa del golf”, dove ha sede il Royal and Ancient Golf Club of St Andrews uno dei più antichi e prestigiosi golf club del mondo. Campi impeccabili, capaci di regalare una sfida in più anche ai golfisti più bravi, immersi in una natura meravigliosa in grado di rendere ogni partita un evento unico.
Tra le buche più apprezzate dai golfisti troviamo anche quelle del Kingsbarns Golf Links, vicino a St. Andrews, il cui green sembra avere una marcia in più.
Forse perché in questo blasonato golf club fondato nel 1793 si gioca in uno splendido anfiteatro naturale affacciato lungo la costa che, quasi a ogni buca, offre viste spettacolari sul Mare del Nord.
Inghilterra
I campi di Perranporth, in Cornovaglia, si affacciano direttamente sul mare: anche in questo caso le vedute mozzafiato sull’Oceano Atlantico sono un “marchio di fabbrica”.
Valorizzando la naturale morfologia del terreno e i contorni naturali della terra, è stato possibile concepire ogni buca attribuendole una sua personalità distintiva, da affrontare con ferri e mazze adeguati. Il percorso di 18 buche disegnato dal noto designer Giacomo Apri Braid, è considerato un vero e proprio tributo alla buona progettazione”.
Francia
Cambio di paesaggio, ma intatta bellezza per i campi da golf dell’Aube Champagne. Bella regione tutta da scoprire a un solo paio d’ore da Parigi, qui si trovano green di alto livello, molto competitivi.
Come per esempio il Golf de l’Hermitage: su una proprietà di 250 ettari movimentata da stagni naturali, boschi e un terreno ondulato particolarmente adatto alla pratica del golf, è nato questo prestigioso golf club.
18 buche e un bel percorso che utilizza abilmente la struttura e i rilievi del paesaggio, attraversa la foresta e costeggia un vasto specchio d’acqua. Degno di nota il green posto su un’isola della buca 12: una sorpresa per tutti i giocatori. A l’Hermitage si terrà il First Renoir Golf Trophy: durante il torneo assisteranno alle gare ragazze in abiti ottocenteschi e non mancheranno sfide e champagne tasting.
Il golf, inoltre, è dotato di un sistema di drenaggio e l’irrigazione è gestita in modo automatizzato. Ciascun green dispone del proprio sistema di innaffiamento; le fairways sono ben attrezzate in modo da evitare ogni rischio di incontrare zone secche.
Altra meta da non perdere in Aube Champagne, è Golf De Troyes – La Cordeliere: tracciato nell’antica proprietà dei Conti Chandon de Briailles, i suoi percorsi si snodano fra 50 ettari di verde, di boschi e di vallette, al margine della foresta d’Aumont e molto vicino al villaggio di Chaource.
I golfisti possono dilettarsi lungo un percorso a 18 buche creato nel 1958, un Par 72 da 6 124 metri, oltre a un campo pratica da 30 posti e un putting green da 9 buche. Molto apprezzati la difficoltà degli ostacoli naturali, la bellezza degli alberi centenari e la dolcezza degli specchi d’acqua: il percorso offre infatti 39 bunker e 10 ostacoli d’acqua circondati da 25 ettari di boschi.
La Club House, situata nel castello della Cordelière, costruito nel 1896, offre spogliatoi, negozi, salone, sala da pranzo bar e ristorante.
Italia
Punta di diamante del golf italiano, l’Argentario Golf Club, nel cuore della Maremma toscana, si snoda in un’oasi protetta di macchia mediterranea e offre in ogni stagione un panorama di straordinaria bellezza. Tra boschi di sughere e ulivi centenari, dimora di lepri, scoiattoli e daini, i campi da golf di questo resort attraggono giocatori di qualsiasi livello – dai ragazzi ai principianti, fino a giocatori scratch – ogni giorno dell’anno.
Il campo a 18 buche e il campo pratica (per un totale di 6.218 metri e par 71), inaugurati nel 2006, sono stati realizzati dall’architetto David Mezzacane e dal giocatore professionista Baldovino Dassù, bandiera del golf italiano nel mondo. Le buche sono state poi modellate dallo specialista Brian Jorgensen: il risultato è un tracciato vario, spettacolare e tecnicamente molto valido. Il percorso è certificato “Agri Cert” bio eco-compatibile e tutti i prodotti usati per la sua manutenzione sono totalmente naturali. L’Argentario Golf Club ospita vari tornei di golf, tra i più importanti in Italia.
Nuovissima anche la struttura ricettiva affacciata sui campi da golf: un hotel 5 stelle di grande stile, dotato di un centro benessere di ultima generazione.
Il più panoramico, tra i golf club italiani si trova in Costa Smeralda. Il Pevero Golf Club è nato nel 1972 dall’estro di un artista quale fu l’architetto Robert Trent Jones, per volere del miliardario Karim Aga Khan. Le 18 buche occupano un promontorio che permette di ammirare un panorama da cartolina per almeno tre quarti del percorso. La "selezione all’ingresso" per diventare soci è piuttosto severa.
Spagna
Sede abituale di competizioni internazionali con i suoi 800.000 metri quadrati affacciati sull’Oceano Atlantico dell’isola di Tenerife,
Portogallo
Campi divertenti e impegnativi in paesaggi naturali bellissimi: sono queste le armi vincenti dell’Algarve, in Portogallo, fra le destinazioni più gettonate dai golfisti nell’Europa continentale. Conosciuta anche per le sue spiagge di sabbia bianca, per i villaggi di pescatori e i luoghi storici di tradizione marinara, l’Algarve offre campi da golf punteggiati da ostacoli artificiali che mettono a dura prova anche la tecnica e la strategia dei giocatori più esperti. Sono davvero tanti i campi dove vale la pena giocare: in riva al mare o all’interno, nelle zone pianeggianti o collinari.
Tra i più amati c’è Quinta do Lago un golf club dove trovare la giusta ispirazione, anche se non si è golfisti provetti.
Turchia
Il connubio fra golf e Mar Mediterraneo e il clima sempre mite e gradevolissimo, fanno della Turchia un’attrattiva davvero unica per i golfisti. È da alcuni anni che il Paese sta promuovendo, in particolare nelle regioni di Antalya e Belek, la costruzione dei campi da golf che sono oggi 14, tutti a una distanza di circa 20 minuti d’auto l’uno dall’altro, consentendo un’esperienza unica per coloro che cercano una meta golfistica.
Da provare il Carya Golf Club disegnato da Peter Thomson, che ha ricreato in questo campo un percorso in stile "brughiera inglese" importando in Turchia un milione di piantine di erica: il risultato è eccellente.
Per rivivere la storia del golf in Turchia, merita una visita anche il National Golf Club: classe 1994, è il primo green costruito in terra turca. Un circolo con campo a 18 buche immerso in una bella pineta verdeggiante. Unico inconveniente: nella pineta le palline spariscono “misteriosamente” quindi, prima di giocare, assicuratevi di averne portata una buona scorta con voi.